Proseguono il 1° giugno gli spettacoli di Primavera dei Teatri, il festival dedicato ai nuovi linguaggi della scena contemporanea, organizzato da “Scena Verticale” la compagnia di Saverio La Ruina, Dario De Luca e Settimio Pisano.
Alle 17:30 presso il Capannone Autostazione andrà in scena ALCUNE COREOGRAFIE ideazione, regia e video coreografia Jacopo Jenna con la collaborazione e danza di Ramona Caia. Alcune Coreografie mette in dialogo la danzatrice Ramona Caia con un prezioso e ponderoso lavoro di raccolta video, montaggio e successiva rielaborazione di una serie di tipologie di danze.
A seguire alle 19:00 al Teatro Vittoria sarà in scena PENELOPE, scritto e diretto da Martina Badiluzzi, con Federica Carruba Toscano. Penelope è una donna sottoposta alle intemperie del tempo, conosce la propria intelligenza, ormai conosce sé stessa, la saggezza che l’ha portata ad essere un’eroina di resistenza e determinazione.
Alle 21.00 al Teatro Sybaris, I GRECI, GENTE SERIA! COME I DANZATORI – Prima nazionale – Ideazione, drammaturgia e messa in opera Roberto Scappin e Paola Vannoni, Premio Tuttoteatro.com alle arti sceniche “Dante Cappelletti” 2022. Danza come prova di resistenza? O forse pensiero prova di resistenza. Quando si viene sorpresi a non far nulla e ci si giustifica dicendo “stavo pensando…”, non si viene forse derisi, in qualche modo silenziosamente sbeffeggiati? Pensiero e danza hanno un ulteriore elemento in comune: il rigore.
Tra gli altri appuntamenti collaterali: ore 11:00 al Protoconvento, MARATONA SCALDATI, progetto a cura di Valentina Valentini in collaborazione con Primavera dei Teatri; letture a cura di Ciccio Aiello, Davide Fasano, Francesco Gallelli, Mariasilvia Greco, Saverio La Ruina, Ernesto Orrico, Elvira Scorza, Teresa Timpano.
A fine serata il dopofestival con il set acustico a cura di Sasà Calabrese.
Di seguito i dettagli di ogni singolo evento.
SPETTACOLI ED EVENTI
Giovedì 1° GIUGNO
11:00 Protoconvento
MARATONA SCALDATI
progetto a cura di Valentina Valentini in collaborazione con Primavera dei Teatri
letture a cura di Ciccio Aiello, Davide Fasano, Francesco Gallelli, Mariasilvia Greco, Saverio La Ruina, Ernesto Orrico, Elvira Scorza, Teresa Timpano.
Nel giorno della sua morte, dopo dieci anni esatti, vogliamo ricordare un grande scrittore che, in quarant’anni di attività ha operato essenzialmente a Palermo, una città che né in vita né dopo, ha saputo valorizzare la sua figura di artista, il suo magistero di formazione nei confronti dei giovani che hanno partecipato alle attività che lo scrittore-attore ha portato avanti, per lo più in sedi precarie e disagiate.
È possibile per un attore parlare la lingua di Scaldati? È possibile per lo spettatore comprenderla? Cosa succede, ci chiediamo, quando un suo testo viene restituito da un attore che non conosce la sua lingua, destinata a diventare come un geroglifico quando non ci saranno più quegli attori come Melino Imparato, Enzo Vetrano e Stefano Randisi che la parlano e la comprendono?
L’esperimento che abbiamo messo in opera è quello di testare come si manifesta il mondo-teatro scaldatiano attraverso figure di attori e attrici differenti per generazione, per pratiche vocali, linguistiche, sonore e performative; senza alcuna esperienza diretta di lavoro con Scaldati. Verificare se e come sia possibile far vivere il teatro di Scaldati senza Scaldati.
Nel corso di questo omaggio, saranno presentati al pubblico i primi due volumi della nuova edizione critica delle opere di Franco Scaldati, a cura di Valentina Valentini e Viviana Raciti ed editi da Marsilio. Questa serie di pubblicazioni è realizzata a partire dai testi conservati nel ricco archivio del drammaturgo, donato dai figli dell’artista all’Istituto per il Teatro e il Melodramma nel 2020 e sul quale sono stati operati un riordino e la digitalizzazione dei documenti.
17:30 – Capannone Autostazione
ALCUNE COREOGRAFIE
ideazione, regia e video coreografia Jacopo Jenna
collaborazione e danza Ramona Caia
collaborazione e video Roberto Fassone
musica originale Francesco Casciaro
disegno luci Mattia Bagnoli
costume Eva di Franco
organizzazione Luisa Zuffo
produzione KLm – Kinkaleri
coproduzione Centrale Fies
con il supporto di
Azienda Speciale Palaexpo – Mattatoio
Progetto PrendersiCura
Alcune Coreografie mette in dialogo la danzatrice Ramona Caia con un prezioso e ponderoso lavoro di raccolta video, montaggio e successiva rielaborazione di una serie di tipologie di danze. La coreografia si costruisce attraverso la mimesi di una moltitudine di frammenti video montati in una
sequenza serrata, frugando tra la storia della danza e della performance, attraversando il cinema e internet, in cerca di una materia cinetica sensibile. Diviso in due parti distinte, Alcune Coreografie parla della danza che parla della danza attraverso la danza e che con essa si confonde fino a produrre nuove immagini. La danzatrice incarna, trasforma, connette e riporta al presente il corpo dell’immagine, ne sonda la dinamica, la libertà e l’immediatezza linguistica senza un punto di vista
privilegiato, lo sradica dall’immaginario nello svolgimento di una coreografia esatta. La danza tenta di liberarsi dalla forza dell’immagine, smettendo di riferirsi a qualcos’altro, per iniziare a rifarsi solo a sé stessa. Nella seconda parte un video originale dell’artista Roberto Fassone offre una sequenza di coreografie visive, un paesaggio simbolico dove l’umano è assente ma che ancora cerca un rapporto con il corpo in scena e riflette su quella materia intangibile di cui la danza è fatta.
19:00 Teatro Vittoria
PENELOPE
Scritto e diretto da Martina Badiluzzi
Con Federica Carruba Toscano
Progetto Sonoro Dal Vivo Samuele Cestola
Disegno Luci E Scene Fabrizio Cicero
Costumi Rossana Gea Cavallo
Dramaturg Giorgia Buttarazzi
Aiuto Regia Arianna Pozzoli
Assistente Costumi Marta Solari
Artwork Serena Schinaia
Fotografie Guido Mencari
Curatore Del Progetto Corrado Russo
Produttore E Organizzatore Generale Pietro Monteverdi
Penelope è una donna sottoposta alle intemperie del tempo, conosce la propria intelligenza, ormai conosce sé stessa, la saggezza che l’ha portata ad essere un’eroina di resistenza e determinazione. Conosce il suo corpo, conosce la sua lingua, sa parlare e ora parla riempiendo il suo deserto emotivo di parole che sono una prima persona singolare, un monologo. La bocca è la porta del corpo e della mente che dà sul mondo esterno. È il luogo da cui entra il cibo, da cui escono le parole. È frontiera, è limite. Ed è sulle labbra di un’attrice che prende corpo questa voce, questa donna, questo canto.
Martina Badiluzzi è un’artista che si dedica alla ricerca di un dialogo possibile tra la scrittura, il suo interprete e la scena. Nel 2015 è interprete e co-autrice di Fäk Fek Fik – le tre giovani Werner Schwab, spettacolo pluripremiato, presentato al Roma Europa Festival con la guida di Dante Antonelli. Nel 2017 fonda con Giorgia Buttarazzi, Rosvita Pauper, progetto artistico il cui nome è ironicamente ispirato a Roswitha di Gandersheim monaca tedesca, poetessa e drammaturga. Risulta vincitrice del bando Registi Under30 della Biennale di Venezia 2019 per la direzione di Antonio Latella, con il progetto Anastasia, drammaturgia originale ispirata alla storia di Anna Anderson.
21.00 – Teatro Sybaris
I GRECI, GENTE SERIA! COME I DANZATORI – Prima nazionale
Ideazione, drammaturgia e messa in opera Roberto Scappin e Paola Vannoni
Premio Tuttoteatro.com alle arti sceniche “Dante Cappelletti” 2022
Ideazione, drammaturgia e messa in opera
Roberto Scappin e Paola Vannoni
coproduzione quotidianacom, Tuttoteatro.com, Kronoteatro
con il sostegno di Regione Emilia Romagna
Danza come prova di resistenza? O forse pensiero prova di resistenza.
Quando si viene sorpresi a non far nulla e ci si giustifica dicendo “stavo pensando…”, non si viene forse derisi, in qualche modo silenziosamente sbeffeggiati?
Pensiero e danza hanno un ulteriore elemento in comune: il rigore.
Il rigore conduce a degli esiti, e le risultanze rappresentano il compimento, l’approdo, la fine.
Senza la quale manchiamo di senso. Lo sapevano i greci, definendosi “mortali”.
Stavo danzando. Stavo pensando. Una prova di resistenza.
Che succede se un danzatore e un filosofo si incontrano?
Cosa succede se a “incarnare” il filosofo e il danzatore è una sola figura?
Chi dei due si confonderà? Sono complementari?
L’obbedienza filosofica del corpo. La disobbedienza ballerina della mente.
Il danzatore riempie il corpo del filosofo. Il filosofo riempie la mente del danzatore.
Potrebbe essere il filosofo a muoversi, il danzatore a pensare.
La mente del filosofo si svuota. La mente del danzatore si anima. La mente del filosofo danza. Il corpo del danzatore pensa. Ora sono entrambi interessati a una nuova attività.