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Prima nazionale a Lamezia dello spettacolo “Ti ho sposato per allegria” con Giampiero Ingrassia e Marianella Bargilli: parte dalla Calabria la tournée nazionale

Dopo una settimana di allestimento e prove, dal palco del Teatro Grandinetti di Lamezia Terme prende il volo per una tournée nazionale “Ti ho sposato per allegria”, lo spettacolo realizzato dal Teatro Quirino di Roma e dal Teatro Menotti di Milano in coproduzione con “I Vacantusi”. In scena, con la regia di Emilio Russo, un cast di bravissimi attori: Giampiero Ingrassia e Marianella Bargilli danno vita alla coppia protagonista, affiancati da Lucia Vasini, Claudia Donadoni e Viola Lucio, in un gioco di specchi tra il passato e l’oggi.
C’è una casa sul palco, ma potrebbe non esserlo davvero. Il sipario si apre su uno spazio che è più di un semplice appartamento: è un microcosmo di parole, incomprensioni, risa e inquietudini. Sul fondo, un’ampia vetrata si affaccia su una Roma inizialmente sferzata dal temporale, poi avvolta da una malinconica quiete. Il tempo scorre e con esso si trasforma anche la città, testimone silenziosa di un matrimonio nato da un’allegria istintiva, ma intrappolato in un labirinto di domande.
Scritta nel 1965 da Natalia Ginzburg, “Ti ho sposato per allegria” è una commedia che ha il passo leggero della conversazione e il peso di un manifesto esistenziale. Gli anni ’60, con il loro slancio verso il cambiamento, fanno da sfondo a una trama che ha l’intelligenza di ridere senza mai svanire nella superficialità. Giuliana e Pietro si sono sposati senza pensarci troppo. Lei, giovane e sregolata, viene da un passato disordinato. Lui, avvocato metodico, ha una madre che incarna il peso delle convenzioni borghesi. Il pranzo con la suocera diventa il fulcro del racconto: tra timori, incomprensioni e battute taglienti, la commedia si trasforma in un serrato confronto sulle regole del matrimonio e sulle aspettative sociali.
La scena è uno spazio fluido, una casa che accoglie e respinge, che diventa teatro delle paure e delle speranze di chi la abita. Qui si snoda un groviglio dialettico che tiene lo spettatore incollato al filo della storia, senza mai fargli perdere la strada. Il ritmo è serrato, le conversazioni pungenti, gli scambi brillanti ma densi di sottintesi. L’allegria non è mai pura spensieratezza, è piuttosto una scelta, una forma di resistenza, forse perfino un’illusione.
Lo spettacolo amplifica la modernità della scrittura della Ginzburg: le inquietudini di allora – il rifiuto delle convenzioni, il bisogno di una vita autentica, la lotta contro schemi precostituiti – riverberano nel presente con una forza intatta. Ed è proprio in questo paradosso che la messa in scena trova la sua forza: “Ti ho sposato per allegria” è un ossimoro teatrale, una frase che sembra un gioco e invece nasconde un’intera filosofia di vita. Ci si può sposare senza sapere davvero perché? Per allegria? Alla fine, il pubblico più che mai entusiasta, si alza con un sorriso e con un pensiero. Perché la magia del teatro è proprio questa: far risuonare la storia nel cuore e nella mente.
Lo spettacolo è inserito nel Progetto “Vacantiandu 2024” finanziato nell’ambito degli Eventi di promozione culturale 2024 Pac 2014/2020 Azione 6.8.3 della Regione Calabria con la direzione artistica di Nico Morelli ed Ercole Palmieri.

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