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XX Festival d’Autunno, domenica all’Arena del Teatro comunale di Soverato il concerto “Maraviglia. Omaggio a Enrico Caruso” nei 150 anni dalla nascita

Appuntamento con il belcanto al XX Festival d’autunno. Domenica 27 agosto all’arena del Teatro Comunale di Soverato ci sarà un concerto omaggio a Enrico Caruso in occasione dei 150 anni dalla nascita. Protagonista in scena sarà l’Orchestra Sinfonica della Calabria, diretta nell’occasione dal maestro Francesco Ledda, con cui il Festival d’autunno ha già collaborato lo scorso anno.

«Abbiamo iniziato lo scorso anno con un omaggio a Ennio Morricone – ha spiegato Ledda -, quest’anno torniamo con il celeberrimo tenore Enrico Caruso, abbiamo già in itinere un progetto molto importante che presenteremo entro il prossimo mese di gennaio per quello che sarà l’anno della consacrazione». L’Orchestra Sinfonica dalla Calabria  è infatti una delle due compagini orchestrali ad aver ottenuto il riconoscimento ICO – espresso dal Ministero della Cultura per le Istituzioni concertistico orchestrali, inserite nel Fondo Unico per lo Spettacolo – in tutta la Calabria, e il prossimo anno chiuderà il primo triennio di verifica previsto dalla stessa Istituzione: «Stiamo lavorando con tanto sacrificio  e amore, cerchiamo di fare il meglio», ha commentato Ledda.

Tornando a Enrico Caruso, il direttore della Sinfonica della Calabria  lo ha definito «il primo vero big della lirica nel mondo, reso particolarmente popolare anche per il fatto di avere delle origini umili. Cantava nella parrocchia del suo quartiere e lavorava già a 13-14 anni. Un giorno un corista del Teatro San Carlo lo sentì e da lì nacque il mito, perché non finiremo mai di ripeterlo, Enrico Caruso è stato il più grande in assoluto. Basti pensare al fatto che il suo primo disco, in un’epoca di primissime registrazione discografiche, vendette oltre un milione di copie, che per quei tempi era un numero impressionante. È diventato patrimonio del mondo».

Sul palco dell’arena del Teatro Comunale di Soverato, ha aggiunto Ledda «rivivremo le due vene di Enrico Caruso, quella della napoletanità che lui stesso ha contribuito a rendere famose nel mondo, e quella dedicata alla parte prettamente lirica con due delle sue arie ascoltate di Enrico Caruso, “E Lucevan le stelle” della Tosca di Puccini, e “Vesti la giubba” dei Pagliacci di Leoncavallo».

Insieme all’Orchestra due cantanti d’eccezione che non hanno bisogno di troppe presentazioni: ci saranno l’affermato soprano serbo Olivera Mercurio, attiva in Italia da qualche tempo, dopo la formazione a Belgrado, Mainz, Vienna e Wiesbaden e il tenore siracusano Giovanni Di Mare, perfezionato nelle più importanti scuole di canto italiane, che ha debuttato in diversi ruoli con rilevanti realtà nazionali, forte di un vasto repertorio che spazia dal ‘700 al ‘900.

«Sono stato scelto sicuramente per la mia vocalità – ha spiegato Di Mare -, perché Caruso era un tenore dai centri bruniti e quasi baritonali con degli acuti solari, che sono caratteristiche anche della mia voce. Per me è un onore, e non potrebbe essere altrimenti: lui è stato il principe dei tenori».

«Sono felice di poterlo in qualche modo raccontare – ha aggiunto il soprano Mercurio -, era una personalità poliedrica, a 10 anni dipingeva pure. La sua vita, la sua storia, sono incredibili. E’ stato il più grande tenore di sempre».

Il Festival d’autunno – realizzato con il supporto di Mic, Por Calabria Fesr Fse, Calabria Straordinaria, in collaborazione con Fondazione Carical e i Comuni di Catanzaro, Montauro, Soverato, Tropea e Santa Caterina -, con “Maraviglia” conferma l’attenzione riservata alle varie tipologie di pubblico: «Dopo il rock di Loredana Bertè, l’omaggio alla musica cantautorale di Battisti, la musica leggera di Patty Pravo e i ritmi folk della TarantaCeltica – ha affermato il direttore artistico Antonietta Santacroce -, l’appuntamento è con il melodramma e il belcanto, sempre nell’ottica della qualità e senza dimenticare la valorizzazione delle risorse e dei talenti del territorio, come quella dell’Orchestra Sinfonica della Calabria, una realtà di cui sentiremo sempre più parlare».

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