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Piano di riequilibrio, Patto Salva città e novità normative. Il Comune di Vibo Valentia fa il punto in vista dell’udienza dell’1 marzo dinanzi alla Corte dei conti

Alla luce dell’udienza dello scorso 18 gennaio – con la quale la Corte dei conti in sezioni riunite ha rinviato al primo marzo la discussione nel merito sul Piano di riequilibrio presentato a suo tempo dal Comune di Vibo Valentia – si è tenuto nei giorni scorsi un incontro a Roma tra il sindaco Maria Limardo, l’assessore al Bilancio Maria Teresa Nardo e il segretario generale Domenico Scuglia con l’avvocato Aristide Police, che rappresenta l’ente, con l’obiettivo di conoscere le motivazioni che hanno indotto la Corte a procedere col rinvio.

“Nell’ottica della massima trasparenza e nell’interesse della collettività – spiegano il sindaco Limardo e l’assessore Nardo – è volontà di questa amministrazione rendere edotta la cittadinanza sull’andamento del procedimento dinanzi alle Sezioni riunite. Nel corso dell’ultima udienza, la Corte dei conti ha inteso dichiarare la decadenza del potere di rimodulare o riformulare il Piano di riequilibrio approvato il 5 agosto 2019, ritenendo perentoria, per tale atto, la data del 31 dicembre 2022. A nostro avviso tale intendimento della Corte non può trovare fondamento per una ragione molto chiara: avrebbe avuto poco senso approvare un nuovo Piano di riequilibrio al 31 dicembre senza conoscere a fondo, in quella data, tutte le ricadute che avrebbe avuto sul nostro Comune il continuo susseguirsi di novità normative in materia, e senza conoscere nel dettaglio quante e quali risorse sarebbero giunte in virtù della firma del ‘Patto Salva città’. Dallo scorso settembre ad oggi, infatti, la linea tenuta da questa amministrazione è stata costantemente ancorata al continuo evolversi del quadro normativo, all’interno del quale il Comune è stato sempre celere nel produrre quegli atti propedeutici alla firma dell’accordo ministeriale, giunto solo il 17 gennaio scorso e non prima, evidentemente non per volontà di questo esecutivo, che aveva già tutta la documentazione in regola nei tempi previsti”.

D’altronde, affermano ancora il sindaco e l’assessore, “non potevamo considerare come sganciati e non dipendenti l’uno dall’altro il Piano di riequilibrio ed il Patto Salva città, in questo confortati anche dal continuo confronto con Ifel, con il Comitato tecnico del ministero dell’Interno, con la Ragioneria generale dello Stato e con il ministero dell’Economia, con cui ci siamo costantemente interfacciati, da ultimo nel recente viaggio a Roma. È bene inoltre ribadire che l’adesione al Patto è di fondamentale importanza per il nostro Comune al fine di far fronte ad una massa passiva ereditata dal precedente dissesto e quindi dall’Osl per un ammontare di quasi 12 milioni di euro, e non già da mancati obiettivi raggiunti. A suffragare l’opportunità delle scelte compiute fino ad ora, poi, è importante ricordare come solo grazie ai provvedimenti adottati l’ente è stato in grado di incamerare circa 15 milioni di euro con i quali sono stati ripianati per intero i fondi vincolati ed oggi ci troviamo in presenza di cassa libera per 3,5 milioni di euro. Inoltre, in questi anni abbiamo proceduto al riordino delle scritture contabili; all’incremento del fondo cassa che da 4.070.310,15 del 2015 è passato a 39.686.436,39 del 2023; oltre ad una serie di iniziative che ci hanno permesso di abbattere i tempi medi ponderati di pagamento, lo stock di debito scaduto e non pagato, o ancora: l’assenza di debiti nei confronti di società come Sorical, l’adeguamento degli accantonamenti per il fondo rischi. Non possiamo quindi non auspicare – concludono gli amministratori – che la Corte dei conti all’esito della prossima udienza tenga in considerazione tutte le voci sopra espresse, al pari della nuova scadenza prevista dal decreto Milleproroghe per la riformulazione del Piano di riequilibrio e dell’intervenuta firma del Patto Salva città”.

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