‘Stop al bullismo! Connettiamoci con rispetto’ è il titolo dell’incontro che ha catturato l’attenzione di studenti, genitori e insegnanti sul tema del bullismo.
All’interno dei locali dell’auditorium dell’istituto Comprensivo “Catanoso – De Gasperi” di Reggio Calabria, si è tenuto, sabato 7 marzo, l’appuntamento pensato e ideato dalla stessa scuola, con la supervisione della prof.ssa Nicla Rodà, per sensibilizzare giovani e famiglie sul tema del bullismo e del cyberbullismo.
Argomento delicato e di forte attualità se pensiamo che il fenomeno è tristemente in crescita, con dati davvero preoccupanti (6 studenti su 10 sono vittime di atti di violenza).
Cos’è il bullismo? Come arrestare il fenomeno? Quali conseguenze lascia ai nostri ragazzi? Quali sono le responsabilità e quali i rischi della rete? A queste e a molte altre domande, si è cercato di dare una risposta nel corso dell’incontro grazie agli interventi di ospiti autorevoli.
“Sono contento della presenza di numerosi ragazzi perchè sappiamo quanto gli studenti affrontino ogni giorno il tema del bullismo sulla propria pelle – ha spiegato il prof. Marco Geria, dirigente dell’istituto scolastico ‘Catanoso-De Gasperi’ – E’ importante parlarne ed esprimere i disagi e i problemi provando a fidarsi del mondo degli adulti. Ricordo che il principale nemico del bullismo è il silenzio. Trattiamo quotidianamente l’argomento del contrasto al bullismo, e insieme ai docenti cerchiamo di mettere in guardia gli studenti dai rischi e dalle conseguenze che gli atti di violenza possono avere”.
Educare i ragazzi all’utilizzo consapevole del mezzo tecnologico significa da un lato comprendere i rischi che si celano dietro uno schermo, dall’altro evidenziare le potenzialità dello strumento, senza demonizzarlo.
L’evento, moderato dal giornalista Vincenzo Comi e trasmesso sulla pagina Facebook di CityNow, ha visto la partecipazione dell’assessore alla pubblica istruzione del Comune di Reggio Calabria Anna Briante e delle forze dell’ordine in particolare del capitano del Comando dei Carabinieri di Reggio Calabria Francesco Severi e dell’agente scelto del centro operativo sicurezza cibernetica Polizia Postale ‘Calabria’ Maria Luisa Rossello.
“Affrontiamo oggi un tema a dir poco allarmante. E’ importante conoscere l’inquadramento giuridico per comprendere il tema del bullismo ed è la legge n. 71 del 2017 a spiegarci cos’è il fenomeno. Bullismo e cyberbullismo sono forme di violenza, di prepotenza e prevaricazione spesso e volentieri nei confronti di una persona considerata, per motivi stupidi, debole. Oggi il bullismo e il cyberbullismo non sono considerati reati specifici ma tutti i comportamenti che li scatenano, presi singolarmente possono essere perseguiti come reati, come la minaccia, gli atti persecutori, la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, diffamazione etc.. Fate attenzione – conclude il capitano Severi – perchè tutto ciò che fate oggi, si riflette domani nelle vostre vite compromettendo anche le vostre carriere. Utilizzate la testa. I cellulari sono come armi, utilizzate le informazioni che avete con consapevolezza, coscienza e responsabilità”.
E’ toccato poi all’agente scelto della Polizia postale Maria Luisa Rossello raccontare le storie di Carolina e Alessia, due ragazze vittime di bullismo. Due racconti dagli epiloghi opposti, che testimoniano quanto gli atti di bullismo possano ferire, fino al suicidio.
“Il bullismo e il cyberbullismo sono fenomeni ahinoi sempre più dilaganti. E’ bene anticipare che la rete apporta moltissimi benefici ma è necessario anche adottare cautele. Il consiglio che diamo ai ragazzi è lo stesso che diamo anche agli adulti perchè nessuno è esente dai rischi e dalle insidie. Sappiate inoltre che il bullo non è solo chi si rende attore materialmente di condotte offensive nei confronti di un compagno ma anche chi, in modo silente, assiste al comportamento aggressivo. Alla base di tutto c’è il rispetto del prossimo. Dobbiamo connettere cuore e mente e non solo il cellulare. Dobbiamo ascoltare l’altro, se un compagno è in difficoltà, prendiamolo per mano, aiutiamolo e portiamocelo accanto, né avanti, né dietro, ma accanto a noi”.
Darsi una mano, venirsi incontro, compiere gesti gentili, occuparsi dei problemi dell’altro e non fare finta di nulla. Piccole azioni che allontanano il fenomeno del bullismo.
Sono oltre un milione gli studenti in Italia, tra 15 e 19 anni che nel corso del 2024 hanno subito episodi di bullismo. Oltre il 25% degli studenti di scuola secondaria di secondo grado è stato vittima di bullismo. Uno studente su tre ha subito aggressioni fisiche. Determinante, alla luce degli ultimi dati, è l’aspetto psicologico cercando di prevenire gli atteggiamenti di violenza.
“Importante è il concetto di prevaricazione dal quale scaturisce un comportamento aggressivo su una persona più fragile – spiega la Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Giusy Casile – Atteggiamento che può scatenarsi non soltanto dal bullo ma anche da cosiddetto ‘aiutante del bullo’ ovvero la persona che non partecipa direttamente ma che è dalla parte del bullo. Come educatori dobbiamo cercare di sensibilizzare i nostri ragazzi e spingerli a essere dalla parte della vittima e non del bullo”.
Infine l’avv. Antonino Polimeni, esperto in diritto di internet e presidente dell’associazione ‘Digital for children’ ha chiuso, coinvolgendo i numerosi studenti, l’importante incontro.
“Che cos’è la libertà? Le piattaforme social quanto sono responsabili? Cosa possono fare? Sappiate che da gennaio 2025 sono cambiati i termini e le condizioni di Meta che ha voluto aprire al ‘Freedom of speech’ (libertà di pensiero). Ad esempio oggi si può apostrofare la donna come oggetto, si può dire che una persona è malata per il colore della sua pelle. Che cos’è quindi la libertà? La libertà è poter dire quello che si vuole? O la libertà è poter scegliere il proprio futuro avendo la possibilità e la fortuna di poter dormire serenamente, avendo fatto le scelte giuste. Ai ragazzi dico che il bullo non è la figura forte. Il forte è colui che dà la mano alla persona debole, il forte è chi si oppone al bullo, aiutandolo a capire il bene dal male”.
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