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‘Ndrangheta, la cosca Piromalli di Gioia Tauro nei locali della movida milanese: 14 arresti e 4 strutture sequestrate

La Guardia di finanza di Milano, insieme alla polizia locale e ai carabinieri del comando Unità forestali, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 14 indagati legati alla ‘ndrangheta, capeggiati dalla cosca Piromalli di Gioia Tauro, specializzati in estorsione, truffa ai danni di agenzie di lavoro interinale e traffico di rifiuti. Le operazioni, che vedono l’impiego di oltre 80 uomini e donne in divisa, stanno portando ad arresti e perquisizioni nelle province di Milano, Monza-Brianza, Varese, Pavia, Modena e Mantova, nonché al sequestro di quattro locali in centro a Milano.

Nell’indagine contro la ‘ndrangheta, che ha portato a una misura di custodia cautelare per 14 persone firmata dal gip di Milano Sonia Mancini, emerge la presenza di un soggetto legato alla cosca di Gioia Tauro (Reggio Calabria) capace di infiltrarsi nei locali di intrattenimento della movida milanese tramite un “‘referente” che si occupava dell’acquisizione e della gestione di numerosi locali. In particolare, si legge nella nota firmata dal procuratore di Milano Marcello Viola, sono state sequestrate, da parte della Guardia di finanza, quattro società di capitali “titolari di altrettanti esercizi commerciali di somministrazione di cibi e bevande, in quanto di valore sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati dall’amministratore di fatto e dai compiacenti prestanome”.

Attività in parte collocate all’interno del ‘Mercato comunale Isola’, struttura di proprietà del Comune di Milano e oggetto di concessione ad un raggruppamento temporaneo di imprese che, a loro volta, avevano dato in locazione degli spazi commerciali alle società destinatarie del provvedimento di sequestro”.

Il sequestro preventivo d’urgenza, firmato dalla sostituta procuratrice di Milano Silvia Bonardi, riguarda quattro società operanti all’interno del Mercato comunale Isola, in piazzale Lagosta. Si tratta de La Piscarius srl, La Masseria srl, Piscarius srl e Masseria srl – la pizzeria Granum, l’alimentari Masseria, la pescheria Piscarius e il ‘Beats bar’ in via Pietro Borsieri – riconducibili ad Agostino Cappellaccio (arrestato) ritenuto il “referente a Milano” di Girolamo Piromalli, detto ‘Mommino’, dell’omonima cosca calabrese di Gioia Tauro. Nei confronti delle quattro società – la tendenza a conferire nomi estremamente simili ha “l’evidente fine di confondere e rendere più difficoltosa l’attività degli organi accertatori” – è scattato il sequestro “per sproporzione”, mentre le ragioni d’urgenza sono legate al fatto che è “verosimile ritenere che, nell’immediatezza, possano essere attuate strategie dissipative delle società e dei relativi compendi aziendali”. Nel dispositivo si sottolinea, inoltre, che “non solo le quattro società sono strettamente collegate fra di loro ma sono anche in rapporti quanto mai opachi con altre società, quali la Cima srl, la Escam srl e, soprattutto, la Golden staff srl sulla carta ancora in mano a Orazio Barbaro, non attinto da misura che, quindi, ben potrebbe incidere sulla vita societaria ed aziendale, oltre che di quelle oggetto del presente decreto anche delle altre tre”.

L’indagine, condotta con il supporto del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata di Roma e dell’Europol, ha permesso di disarticolare l’associazione ‘ndranghetista, che riconosceva nella potente cosca Piromalli di Gioia Tauro (Reggio Calabria) “un suo solido punto di riferimento” si legge nel comunicato della procura di Milano. Per la realizzazione dei progetti criminali, il sodalizio poteva contare sulla collaborazione di diversi prestanome cui veniva attribuita “fittiziamente” la titolarità di diversi esercizi commerciali in Lombardia e in Piemonte.

L’inchiesta ha permesso anche di svelare le dinamiche del gruppo, capeggiato da un soggetto munito della dote ‘ndranghetista di ‘Vangelo’, ossia una figura intermedia capace di redimere le controversie, pianificare e organizzare gli associati nelle diverse azioni criminali nel territorio milanese anche nel business dello smaltimento rifiuti, “utilizzando come discariche aree protette e capannoni industriali abbandonati”. Tra le attività estorsive per il ‘recupero crediti’, invece, figura “la stipula di contratti di somministrazione fittizi in assenza di effettive esigenze di impiego di forza-lavoro, per truffare numerose agenzie di lavoro interinale con la complicità dei lavoratori somministrati che, sistematicamente, retrocedevano gli stipendi ai sodali del gruppo criminale”.

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