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Reggio Calabria e il ‘limbo’ dell’appalto rifiuti, i consiglieri comunali di centrodestra: “E’ l’ennesimo fallimento politico di questa Giunta”

di Walter Alberio – Il centrodestra torna all’attacco sul bando per il “nuovo” servizio di raccolta dei rifiuti a Reggio Calabria, ancora in bilico e nelle briglie dell’iter giudiziario. Una situazione di incertezza che dura ormai da un anno e su cui ancora non è stata scritta la parola “definitiva”.

A dicembre 2021, infatti, il Comune ha assegnato il servizio temporaneamente alla Teknoservice srl, vincitrice del bando da 24 milioni di euro, e da allora la società torinese opera di proroga in proroga, con un orizzonte temporale evidentemente non sufficiente per compiere gli investimenti necessari a dare sostegno alla propria azione. Sulla gara infatti pende il ricorso della società Ecologia Oggi, accolto dal Tar che ha dichiarato l’azienda calabrese aggiudicataria del servizio. In discussione, per la società arrivata seconda, ci sono la valutazione dei requisiti di ammissione alla gara  di Teknoservice e dell’offerta presentata dalla stessa. L’ente di Palazzo San Giorgio e la società torinese hanno presentato appello e in questi giorni è arrivata la pronuncia del Consiglio di Stato che sostanzialmente chiama il Comune e la commissione esterna a rivalutare l’offerta della Teknoservice, secondo le indicazioni operative indicate negli atti di gara. 

Questa mattina, una parte dei consiglieri comunali della minoranza hanno quindi tenuto una conferenza stampa nella piazza antistante Palazzo San Giorgio, traendo dalle vicende di questi mesi alcune valutazioni politiche. Le responsabilità dell’impasse sul “nuovo” servizio di raccolta dei rifiuti, secondo la minoranza, sono da attribuire all’amministrazione comunale guidata dal centrosinistra. In particolare, il centrodestra punta il dito sulla decisione di affidare le procedure di gara a dei commissari esterni, nonché sull’operato degli stessi.

La Giunta “ha deciso di prendere tre supercommissari, pagati 10mila euro cadauno, pur avendo un valido dirigente nel Settore Ambiente”, ha spiegato il consigliere comunale Massimo Ripepi. “Il Consiglio di Stato con questa sentenza ‘rimprovera’ alla commissione esterna la valutazione del principio di equivalenza”. Teknoservice cioè ha presentato una offerta diversa rispetto a quella prescritta dalla legge di gara, ritenuta astrattamente e tacitamente “migliorativa” o “equivalente” da parte della commissione, che avrebbe dovuto invece – spiega il Consiglio di Stato – argomentare e dare contezza di tali differenze.

“Sono venuti meno ai principi vincolanti che loro stessi si erano dati. Anziché spiegare, prima di aggiudicare il bando a Teknoservice, come funziona il principio di equivalenza, la commissione – afferma Ripepi – mette un mero punteggio numerico. Tutto ciò dopo aver pagato 30mila euro i commissari scelti dall’amministrazione comunale. Si sa poco di quello che accade in questo Palazzo. Noi vediamo solo questi frutti: non c’è una cosa che funziona, una gara d’appalto che finisce, un’opera pubblica definitiva”.

“Il bando fa acqua da tutte le parti e questa è una responsabilità politica” ha commentato il capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, Federico Milia, secondo cui l’impasse sull’appalto rifiuti rappresenta “l’ennesimo fallimento” del centrosinistra che lavora “in assenza di una programmazione”. I problemi “non sono causati dalla giustizia, ma dalle scelte sbagliate della politica”, gli ha fatto eco il collega di opposizione e di partito, Antonino Maiolino. “In più, da un anno la commissione Ambiente è di fatto senza presidente da un anno e non riescono ad individuare un’altra figura al posto di Nancy Iachino”.

“Tariffe al massimo, tra le più alte d’Italia, e servizio di raccolta non adeguato”. Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Demetrio Marino, ha sintetizzato così la situazione in città sul fronte della gestione rifiuti. “Il Comune non è all’altezza di svolgere un semplice bando di gara, il più importante che c’è. Dopo due anni – ha aggiunto il meloniano – non abbiamo un gestore definitivo della raccolta dei rifiuti in città. Le periferie sono abbandonate a se stesse, le micro discariche aumentano, con una raccolta differenziata che non va oltre il 35-40%. Quando verranno ridefiniti i parametri e verrà rivalutata l’offerta? Quando avverrà l’assegnazione definitiva del bando? Ci sono anche dei dipendenti che vivono la stessa situazione di incertezza sulla propria continuità lavorativa. Siamo tornati al punto di partenza”.

Ancora più sferzante Mario Cardia, esponente dell’Udc in Consiglio comunale. “Abbiamo due sindaci facenti funzioni in Comune e Città metropolitana che non ne azzeccano più una ed una commissione pagata con i soldi pubblici dei cittadini che non è in grado di fare una valutazione sui punteggi” ha detto il consigliere comunale. “Questa amministrazione aveva annunciato qualche anno fa – ha aggiunto l’ex componente della maggioranza – l’internalizzazione del servizio: annunci che non hanno avuto nessuna conseguenza. Teknoservice si è presentata un anno fa in città con un piano industriale, con un piano di investimenti importante che avrebbe dovuto migliorare il servizio in città attraverso un servizio di raccolta dei rifiuti misto”. Un proposito che la società “non può portare avanti proprio perché non sa se continuerà ad avere il servizio o se dovrà abbandonarlo”.

Il caso politico interno. Alla conferenza stampa del centrodestra è intervenuto anche Guido Rulli, eletto con la lista “Minicuci Sindaco”. Non c’era invece la Lega. Assente “giustificato” il consigliere comunale Giuseppe De Biasi. Lo stesso non si potrebbe dire per l’altro esponente del Carroccio, Nino Minicuci, sulla cui assenza i consiglieri comunali di opposizione hanno glissato. Sui rapporti con l’ex candidato sindaco pesano le tensioni registrate in una delle recenti sedute del Consiglio comunale, in cui Minicuci aveva criticato l’operato del governatore Roberto Occhiuto in materia di sanità e di conferimento delle funzioni alla Città metropolitana. De Biasi si era smarcato dalle dichiarazioni di Minicuci, mentre Forza Italia le aveva stigmatizzate in Aula e in una nota stampa (“Non può più rappresentare in alcun modo i valori e la linea del Cdx”). 

 

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