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Da Jovanotti a Dolce&Gabbana, ecco lo spot girato dal reggino Giacomo Triglia

di Lavinia Romeo – Il successo di “Alla salute” (ultimo brano di Jovanotti il cui videoclip è stato girato interamente in Calabria) ha consacrato definitivamente nel firmamento dei videomaker il regista reggino Giacomo Triglia. In attività da diversi anni con un curriculum di oltre 100 videoclip girati per i più grandi artisti italiani, da Ligabue a Brunori Sas, Triglia aggiunge un nuovo tassello alla sua carriera firmando la regia del nuovo spot di Dolce e Gabbana DNA Sicilia.

Lo spot, come si legge nella pagina ufficiale della celebre casa di moda, “è un racconto di sensualità e tradizione sulle note di “Cu ti lu dissi” brano della grande cantautrice siciliana Rosa Balestrieri”.

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Disegnato da Giovanni Dario Laudicina e diretto con ottime capacità tecniche da Triglia, il fashion film raggiunge la sua dimensione creativa più efficace nel sapiente uso di luci e fotografia che fanno risplendere l’antico porto di Marzamemi e le strade di Siracusa. Certamente ispirato dai grandi registi del Novecento, l’occhio dell’autore calabrese non è però capace di ripulirsi totalmente dall’uso banale di alcuni stilemi, creando, purtroppo, un racconto monodimensionale.

Lo script storico di Dolce e Gabbana, entrato ormai nell’immaginario collettivo, nasce come un inno al corpo-icona delle donne anni ’40, consacrato definitivamente come modello di sensualità negli spot di Tornatore ( il più famoso è quello del 1994 con Monica Bellucci, una sorta di spin-off del film “Malena” ). Ma della ricostruzione d’epoca raffinata, quasi calligrafica a cui ci aveva abituato il grande Tornatore, sembra rimanere ben poco. Il racconto di Giacomo Triglia risente di un manierismo da cartolina, patinato a tal punto da far perdere allo spot pubblicitario ogni vitalità umanistica. La bellissima e longilinea modella che passeggia in guepiere con alle spalle il meraviglioso barocco siciliano trasmette un’idea di sensualità esplicita ma allo stesso tempo vacua, evanescente, lontana dall’idea iniziale del marchio, ispirato alla procacità radiosa e popolare delle donne italiane del dopoguerra.

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