“In questi giorni la Commissione appropriatezza prescrittiva del Distretto Tirreno sta recapitando lettere ai medici di medicina generale dell’Asl di Cosenza che intimano ai professionisti di stare dentro i limiti della spesa farmaceutica a causa degli obblighi del piano di rientro: si sta tendando di colpevolizzare i medici di medicina generale”. E’ quanto si afferma in una nota della segreteria regionale Calabria dello Smi.
“Per abbattere la spesa farmaceutica, per primo – è scritto nella nota – bisogna valutare alcune questioni importanti. Innanzitutto non si può far pesare la spesa farmaceutica di una azienda sanitaria di ogni parte d’Italia sulle spalle del medico di medicina generale perché sono vari i fattori che contribuiscono alla crescita di questo costo su cui bisogna una volta per tutte fare delle specifiche riprogrammazioni. Bisognerebbe avviare una rivisitazione del prontuario farmaceutico, dei farmaci di fascia A e di fascia C con l’eliminazione di tanti medicinali ormai obsoleti di vecchia generazione che rimangono ancora a carico del Ssn. Altra questione è quella riferita a casi in cui si appura che vi sono medici che fanno prescrizioni inappropriate o non in sintonia con le modalità previste dalla legge. Questi casi possono essere perseguiti dalla legge, appurato che si è davanti ad un illecito. Ma i casi singoli di violazione delle regole di contenimento della spesa farmaceutica sono ben altra cosa rispetto alle questioni generali inerenti alle responsabilità contabili e amministrative della spesa farmaceutica”.
“Le lettere dal sapore intimidatorio di questi giorni giunte ad alcuni medici di famiglia – riporta ancora la nota dello Smi – hanno il solo effetto di mettere in discussione il lavoro dei medici, che vengono messi sotto accusa facendoli passare come unici responsabili dell’aumento improprio della spesa farmaceutica. In questo modo si lasciano soli i medici di fronte all’opinione pubblica”.