“Non sempre essere decisionista senza confrontarsi con le altre istituzioni è positivo. L’ospedale di Cosenza è un ospedale regionale ed ha competenza sull’intera provincia bruzia. La sua ubicazione, pertanto, deve essere decisa dalla Regione. Una volta che l’ente Regione opererà la sua scelta, sulla base delle convenienze logistiche ed economiche, è naturale che spetterà al comune competente sul territorio, ove la scelta è ricaduta, di assumere la decisione urbanistica per individuare l’area. Pertanto, evitiamo confusione. Una cosa è la scelta del Comune nel cui territorio allocare l’ospedale regionale, altra cosa è la individuazione urbanistica dell’area da parte del comune prescelto. Nel lessico corrente sono definiti Governatori. Il termine Governatore, però, dovrebbe dirci tante cose. In particolare, tornando all’ospedale, governare il processo dovrebbe significare valutarne anche i costi e, tra questi, anche l’incidenza economica del terreno su cui il nosocomio dovrà sorgere. In altri termini, se l’ente pubblico non è titolare del terreno prescelto bisogna procedere ad esproprio, ed è noto che oggi gli espropri costano tanto. Se, invece, il terreno prescelto è di proprietà pubblica, evidentemente, il costo del terreno su cui far sorgere il nosocomio è pari a zero. Governare i processi, pertanto, dovrebbe significare scegliere nel modo più oculato e più confacente al pubblico interesse. Tanto ci premeva sottolineare, ribadendo la nostra opinione che la scelta più saggia, per l’oggi e per il futuro, è l’area universitaria per la realizzazione del nuovo ospedale della provincia di Cosenza. Per l’oggi, c’è un enorme risparmio sul costo dei terreni; per il domani c’è la possibilità di far sposare, come sarebbe d’obbligo, la ricerca con la sanità, cosa importantissima di questi tempi. Se si portasse avanti l’idea del Consiglio Comunale di Cosenza e la posizione assunta dalla Regione, incominceremmo a capire tante cose, allorché sarà chiara l’entità dei costi per espropriare i terreni prescelti. Intanto, assistiamo ad una competizione tra sinistra, destra e centro su chi è più bravo a limitare le oggettive ambizioni della nostra città”.
Lo affermano in una nota Mariapia Galasso, Clelio Gelsomino, e Fabio Liparoti, rispettivamente segretario, presidente e vicesegretario Federazione Riformista di Rende.