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Pnrr, Cerosimo: “Corigliano-Rossano ha le risorse, diventare guida per altri”

«Corigliano-Rossano, ha una dotazione di personale e le competenze tecnico-amministrative e progettuali per svolgere il ruolo di Comune capofila per l’area vasta dell’Alto Ionio Cosentino per la partecipazione e la gestione dei bandi del Pnrr». Così Domenico Cersosimo – Direttore della Scuola Superiore di Scienze delle Amministrazioni Pubbliche dell’Università della Calabria – ospite il 9 giugno, al Castello Ducale, per il meeting: “Il Mezzogiorno e il Pnrr. Opportunità e scenari”, con lui il direttore della Svimez, Luca Bianchi, collegato in remoto da Roma, Giovanni Soda, Dirigente del Dipartimento Programmazione nel Comune di Corigliano-Rossano e la vicesindaco Maria Salimbeni. Il tema del meeting ha alimentato un confronto informato e dettagliato sulle occasioni e i rischi connessi alla realizzazione del PNRR, sul ruolo del partenariato economico, sociale e territoriale, in particolare dei Comuni.

 «Purtroppo la proposta sull’Autonomia differenziata, che finirebbe per accentuare il divario civile tra Nord e Sud, segue un ciclo politico: torna in forme più estreme a ridosso delle elezioni». Luca Bianchi, economista e direttore della Svimez, apre il suo intervento con quanto dichiarato in una lunga intervista su la Repubblica, rispetto alla cosiddetta bozza Gelmini, che preoccupa ormai un fronte ampio di osservatori. Dai costituzionalisti al M5S, dai vertici Cgil ai governatori del Sud. «Una bozza in cui c’è il chiaro riferimento alla spesa storica: significa inchiodare l’Italia alle disuguaglianze territoriali, a scapito del Mezzogiorno, e garantire il finanziamento dei servizi dove questi già ci sono. Né il Pnrr, pur con i suoi ingenti finanziamenti, garantisce che i divari di cittadinanza si potranno colmare, a ragione del fatto che molte risorse saranno allocate con bandi competitivi, che mettono i Comuni gli uni contro gli altri. I bisogni non si possono mettere a bando!».

A fare gli onori di casa il dirigente del Dipartimento Programmazione, Giovanni Soda. «Voglio essere schietto ed uso una citazione per questo: il PNRR non è un pranzo di gala, ma siamo tutti chiamati ad una responsabilità più alta, che è quella di disegnare il futuro del Paese. Ridurre la portata del più importante programma di investimenti pubblici della storia dell’Europa ad una sequenza di adempimenti burocratici e ad una continua rincorsa e caccia al bando è fuorviante, riduttivo e rischia di essere profondamente sperequativo per il Sud. Eppure, questa è l’impostazione che è stata data all’attuazione del Piano. Avremmo preferito un approccio proiettato sui fabbisogni e sulle potenzialità dei territori ed un modello attuativo diverso. Ciononostante, il Comune di Corigliano-Rossano ha accettato la sfida, investendo, come pochi altri, in innovazione e costruzione della capacità amministrativa e modulando la propria azione istituzionale su un doppio registro. Da una parte, cogliere, attraverso il monitoraggio, la valutazione e la selezione, le opportunità offerte dagli strumenti attuativi del Piano. Dall’altra, costruire, in un processo dinamico ed evolutivo, il mosaico della visione strategica dell’assetto della città del domani e il quadro delle politiche e degli investimenti che la sostanzia, nei diversi campi delle politiche pubbliche: infrastrutture materiali, infrastrutture sociali, transizione ecologica, transizione digitale, servizi per il cittadino e la comunità, rigenerazione urbana, sviluppo locale».

Il vicensindaco, con delega alla Programmazione economica e strategica, Maria Salimbeni, rileva come ora i Comuni siano in affanno, presi come sono, dalla paura di non farcela a partecipare a tutti i bandi. Con una oggettiva difficoltà data dalla progettazione. Dal vicesindaco arriva l’idea, sposata dal direttore generale Bianchi, di creare una rete di Comuni, soprattutto al Sud, per condividere progettualità e problematiche.

Dopo una serie di interventi dal pubblico, un parterre di addetti ai lavori con oggettiva cognizione di causa dell’argomento trattato ha concluso i lavori è toccata al professor Cersosimo: «I Comuni rischiano di inseguire la bulimia del “bandificio” e perdere di vista i bisogni delle comunità locali. Il benessere dei cittadini non dipende dalla numerosità dei bandi a cui si partecipa: ciò che conta davvero è la connessione risorse-bisogni.  Per questo piuttosto che inseguire tutti i bandi sarebbe opportuno concentrarsi soltanto su quelli che rispondono agli effettivi bisogni della città. Altrettanto importante è la capacità di legare i diversi progetti in un disegno unitario di sviluppo civile, sociale ed economico di Corigliano-Rossano. Solo l’integrazione progettuale può determinare la massa critica per un salto di qualità urbana. Corigliano-Rossano deve aspirare a diventare il punto di riferimento importante soprattutto per i Comuni più piccoli e meno strutturate, senza pretese egemoniche ma con l’idea di scovare e valorizzare sinergie e complementarità funzionali d’area.   Il PNRR ha rovesciato la sequenza classica della programmazione obiettivi-azioni-progetti. Il Piano parte dai progetti per individuare le azioni ma mancano quasi sempre gli obiettivi. Ai Comuni spetta, ex-post, il compito di riportare a obiettivi e mete di trasformazione l’insieme degli interventi settoriali. Non è facile ma è possibile. Corigliano-Rossano è un Comune grande e può diventare un esempio virtuoso di innovazione delle prassi amministrative e progettuali per ridurre fratture sociali e territoriali al suo interno e nell’intero comprensorio. Per curare e cambiare un territorio non basta la sola spesa pubblica, c’è bisogno di una visione, di un disegno condiviso di cambiamento possibile. Tanto più quando un’area, come l’Alto Ionio, è allo stesso tempo estremamente variegata e afflitta da storiche e severe disuguaglianze ma anche da elevati potenziali dii sviluppo».

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