“La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla” - Gabriel Garcia Marquez
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Catanzaro piange i tre fratelli Corasoniti. L’arcivescovo Maniago: “Dobbiamo realizzare una città più giusta, sicura e solidale”

“Di fronte alla disgrazia, che ha devastato la loro esistenza, penso che nell’anima di tutti noi abbia fatto irruzione una lancinante domanda: perché è capitato? E subito scattano pure gli altri interrogativi: perché così?, perché adesso?, perché proprio li’?”. E’ uno dei passaggi dell’omelia dell’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, monsignor Claudio Maniago, in occasione dei funerali dei tre fratelli Corasoniti Saverio (22 anni), Aldo Pio (14) e Mattia Carlo (12), morti nell’incendio della loro abitazione la scorsa settimana nel quartiere Pistoia, alla periferia di Catanzaro.

“Certo, il fatto che questo tragico evento si sia consumato in un quartiere tristemente famoso, che è spesso abitato nella solitudine, con una rarefazione dei legami comunitari – quelli dei partiti, dei sindacati, delle comunità religiose, delle associazioni e altro – e una disgregazione dei legami familiari”, ha aggiunto Maniago, “ci porta subito a puntare il dito verso quelle periferie dove spesso si concentrano i problemi di ogni convivenza civile, come delle vere discariche di tensioni sociali e umane. Certo, le forze dell’ordine, i tecnici e gli inquirenti, faranno luce sulla dinamica dei fatti, ma questa tragedia, di cui siamo testimoni sgomenti, ci chiede il coraggio di riconoscere che tutto questo non darà la risposta ai ‘perché’ che abbiamo nel cuore e soprattutto non placherà il nostro dolore”.

“Di fronte al problema del dolore, che si abbatte sui bambini, la ragione trova soluzioni accettabili. Ce lo ha ricordato recentemente – ha affermato monsignor Maniago – anche Papa Francesco. La spinta irruente di questi interrogativi così provocanti, che denunciano la nostra impotenza, le nostre mancanze e fragilità, non va anestetizzata o imbavagliata. Dobbiamo avere l’umiltà di bussare alla porta del Vangelo, per trovare la Verità che – ha aggiunto l’arcivescovo di Catanzaro – scioglie i nodi e la forza che ci consente di rendere, questa sconfitta, una opportunità di crescita: spirituale ed umana. Dobbiamo tutti vigilare e contribuire insieme a realizzare una città più concretamente giusta, sicura e solidale, dove a tutti sia data la possibilità di costruire onestamente e con dignità il proprio domani”.

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