Resta ancora complesso il percorso verso una piena inclusione lavorativa delle persone con disabilità nonostante alcuni passi in avanti. Tra le persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo che potrebbero lavorare, solo il 40% risulta occupato, mentre il 30% è alla ricerca di un impiego. Pregiudizi, scarsa conoscenza della disabilità e l’assenza di servizi capaci di facilitare l’incontro tra domanda e offerta restano gli ostacoli principali nella ricerca di un impiego. Alla vigilia della Giornata internazionale della disabilità (3 dicembre), la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, in collaborazione con l’Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo (ANFFAS), ha diffuso un’anticipazione di una più ampia indagine, condotta su un campione di quasi 500 famiglie con persone con disabilità, che sarà presentata nei primi mesi del 2026, per offrire un quadro aggiornato sullo stato dell’inclusione professionale. Dalle prime evidenze emerge che, nonostante un livello di istruzione medio-alto (il 43% possiede un diploma e il 15% una laurea) sono soprattutto le attività manuali e artigiane a garantire maggiori opportunità di accesso al lavoro. I settori più ricettivi risultano turismo (25%) e commercio (20%). Sul fronte contrattuale, solo il 28,5% degli occupati può contare su un contratto a tempo indeterminato, mentre il 13% lavora a termine e il 30,8% è inserito in un tirocinio. Anche l’orario di lavoro riflette un quadro articolato: il 95% svolge attività part time, nel 55% dei casi per propria scelta, nel 40% dei casi su richiesta dell’azienda. Tra chi è in cerca di lavoro, il 55,3% utilizza i servizi pubblici e privati dedicati al collocamento, che nel 64% dei casi sono gratuiti, ma nel 20% a carico della famiglia. Per migliorare il livello di inclusione, quasi la metà degli intervistati (49%) indica la necessità di potenziare figure specializzate, come il Disability Manager. Seguono la richiesta di maggiori opportunità lavorative, anche attraverso strumenti contrattuali più flessibili (38%), e il rafforzamento dei servizi pubblici e privati dedicati a chi è in cerca di lavoro (37%). “I dati che emergono confermano che c’è ancora molta strada da fare per garantire un accesso equo e dignitoso al lavoro delle persone con disabilità”, dichiara il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca.
