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“Platinum”, tribunale di Torino lo assolve: non era la longa manus imprenditoriale al Nord della famiglia Giorgi di San Luca

Si è concluso con sentenza del Tribunale Collegiale di Torino, il primo grado in ordinario del procedimento “Platinum”.

Un opportuno riepilogo ci porta all’inchiesta “Platinum” che ha riguardato quelle che sono state definite le infiltrazioni della ndrangheta nel Nord Ovest, sfociate poi, nel 2021, in una imponente serie di arresti eseguiti dalle forze dell’ordine in una maxi operazione coordinata dalla procura di Torino

L’ipotesi investigativa riguardava una locale di ndrangheta nella zona di Volpiano dedita soprattutto al riciclaggio e al narcotraffico, in particolare, l’importazione da Olanda, Belgio, Germania e Spagna di sostanze stupefacenti da smerciare in Sicilia e in Sardegna, oltre al riciclaggio dei relativi proventi in attività commerciali e produttive.

Alla sbarra, nel processo abbreviato, c’era il gruppo Giorgi di San Luca, e le condanne, tra primo grado ed appello sono state molto pesanti.

Nel processo con rito ordinario, oltre a imputazioni attinenti reati connessi all’importazione di grosse vetture dalla Germania e alle relative immatricolazioni, era contestato, a Giorgi Francesco, anche il reato di impiego di denaro di provenienza illecita (art. 648 ter c.p.) aggravato dall’art. 416 bis 1 c.p.

In sostanza, Francesco Giorgi, seguendo l’imputazione attribuitagli, avrebbe reimpiegato le somme che i componenti della famiglia di San Luca avevano tratto dal narcotraffico internazionale, per l’avvio e la conduzione di importanti attività imprenditoriali al Nord Italia.

Francesco Giorgi, difeso dall’Avv. Ettore Aversano del foro di Roma, aveva optato per il rito ordinario.

Dopo una corposa attività istruttoria, con imponenti depositi documentali e con decine di testimoni sfilati avanti il Collegio, il Tribunale Collegiale di Torino, con sentenza emessa il 28 maggio 2025, ha assolto Giorgi Francesco con formula ampia (perché il fatto non sussiste) in ragione dell’imputazione di riciclaggio aggravato dall’agevolazione mafiosa, e lo ha condannato ad un anno e quattro mesi per i reati attinenti le vetture importate dall’estero e la relativa immatricolazione. Per il resto degli altri imputati che avevano optato per l’ordinario, vi sono state due assoluzioni e due condanne ad un anno e sei mesi di reclusione.

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