“Non si tratta mai di una tragica fatalità quando si verifica un infortunio mortale sul lavoro”. Questo il messaggio che il segretario generale nazionale della Fillea Cgil, Antonio Di Franco, ha lanciato durante la seconda edizione della cerimonia di consegna delle dodici borse di studio in memoria di Salvatore Emmanuel Cucè, giovane lavoratore calabrese tragicamente scomparso a soli 34 anni mentre era impegnato in un cantiere della linea ferroviaria del Terzo Valico a Voltaggio, nell’alessandrino.
“Indigniamoci quando, all’indomani di un incidente mortale sul lavoro, qualcuno si limita a dire che si è trattato di una tragica fatalità”, ha affermato Di Franco a Cotronei. “Non è mai una fatalità; esiste sempre una responsabilità da ricercare”.
“Salvatore Cucè è un morto di “Stato” e a più di due anni dalla sua scomparsa – ha aggiunto, tra l’altro, il segretario generale della Fillea Cgil nazionale – il processo relativo all’incidente non è ancora iniziato. Speriamo che possa partire nelle prossime settimane. Come Fillea, oltre a sostenere i familiari di Salvatore, ci costituiremo parte civile e continueremo a chiedere l’istituzione di una Procura nazionale per gli incidenti sul lavoro”. La seconda edizione della consegna delle borse di studio dedicate a Salvatore Emmanuel Cucè, organizzata dalla Fillea Cgil Calabria dall’associazione “Amici di Salvatore” e dall’IIS Margherita Hack” di Cotronei, si è svolta presso l’aula consiliare del comune di Cotronei.
La manifestazione, introdotta e moderata da Antonio Scigliano, dopo i saluti del primo cittadino di Cotronei, Antonio Ammirati, del vice preside dell’ dall’IIS Margherita Hack, Raffaela Gigante, del segretario generale della Cgil Area Vasta, Enzo Scalese, e di Angela Cucè, vice presidente dell’associazione “Amici di Salvatore”, ha registrato gli interventi di Simone Celebre, segretario generale Fillea Cgil Calabria, di Gianfranco Trotta, segretario generale della Cgil Calabria, e di Giuseppe Patania, direttore interregionale del Lavoro del Sud
“Ricordare la morte di Salvatore Cucè è un atto di giustizia e memoria”, ha dichiarato Simone Celebre, segretario generale della Fillea Cgil Calabria. “La sicurezza non è solo una questione etica, ma anche culturale. Le borse di studio sono destinate a studenti che rappresentano i lavoratori di domani e hanno l’obiettivo di stimolare una riflessione profonda sulla prevenzione degli incidenti sul lavoro”.
Il segretario generale della Cgil Calabria, Gianfranco Trotta, nel suo intervento, dopo aver ringraziato gli organizzatori della manifestazione affermando che “giornate come queste dove gli attori protagonisti sono gli studenti indicano che una società migliore è possibile”,ha invitato i giovani a essere attivi nella vita sociale delle comunità e a esprimere, sempre e comunque, il loro pensiero.
Il direttore interregionale del Lavoro del Sud,Giuseppe Patania, dal canto suo, ha evidenziato l’importanza delle organizzazioni sindacali come presidi di legalità, esortando gli studenti a far valere i propri diritti. Ha affermato che: “I diritti devono essere sempre pretesi”, che “è necessario avere la piena consapevolezza dei diritti” e che, soprattutto, “bisogna difendere e impegnarsi per la piena attuazione di quanto previsto nella Costituzione”.
Il segretario generale della Fillea Cgil nazionale, Antonio Di Franco, concludendo l’incontro, ha esortato gli studenti a non accettare compromessi sul lavoro. “Dovete sempre pretendere il rispetto delle norme sulla sicurezza e che non siate sottopagati. La Calabria non può essere una terra in cui per ottenere diritti bisogna cercarli altrove. Questa non può essere una terra in cui chi fa impresa e prende soldi pubblici non rispetta i diritti dei lavoratori. Chi non rispetta i diritti dei lavoratori non dovrebbe ricevere contributi pubblici”, ha affermato.
Infine, ha invitato tutti a partecipare attivamente alle urne il 8 e 9 giugno prossimi, sottolineando che “non può esserci sicurezza se si è precari o sfruttati. È essenziale che chi ha la committenza risponda delle proprie responsabilità. Per questo, la Cgil, insieme ad altre associazioni, ha indetto dei referendum per garantire maggiore sicurezza e cancellare la precarietà e, soprattutto, un quesito con il quale si vieti alle stazioni appaltanti di scaricare sugli appaltatori e i sub appaltatori le loro responsabilità”.