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Ponte sullo Stretto, Legambiente si dice contraria: “Inutile opera faraonica nel deserto della mobilità calabrese”

“La vera urgenza da affrontare in un decreto-legge e’ la partenza di quei cantieri per la transizione ecologica necessari per permettere ai cittadini e alle merci di muoversi in Calabria e Sicilia come in un paese civile e industrializzato e per contribuire alla lotta alla crisi climatica. Questo oggi non e’ garantito ne’ agli uni, ne’ agli altri e non sara’ certo il Ponte sullo Stretto a permetterlo. Serve una drastica cura del ferro, un potenziamento delle infrastrutture per la mobilita’ sostenibile, con linee ferroviarie elettrificate e a doppio binario, percorse da treni moderni, frequenti e puntuali, e non una cattedrale nell’evidente ‘deserto della mobilita” come il Ponte sullo stretto di Messina”: con queste parole Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, in una nota congiunta con Anna Parretta e Giuseppe Alfieri, rispettivamente presidente di Legambiente Calabria e Sicilia, commentano la bozza di decreto-legge sulla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina che oggi verra’ discussa nel corso del Consiglio dei Ministri e la scelta da parte del Governo di procedere con una decretazione d’urgenza.

Il Ponte sullo Stretto di Messina, ribadiscono gli ambientalisti, e’ “un’inutile opera faraonica che in tutti questi anni e’ costata al Paese tra studi, consulenze e stipendi della societa’ stretto di Messina circa un miliardo di euro, uno sperpero di soldi pubblici che ora rischia di essere ulteriormente aumentato, senza contare che quelle risorse si sarebbero potute investire per la cura del ferro e per il potenziamento delle infrastrutture per la mobilita’ sostenibile e del trasporto via nave”.

Legambiente ha sottolineato nell’ultimo report Pendolaria 2023 che sul fronte trasporti nel Mezzogiorno circolano meno treni, i convogli sono piu’ vecchi – con un’eta’ media di 18,5 anni, in calo rispetto a 19,2 del 2020 ma molto piu’ elevata degli 11,9 anni di quelli del nord – e viaggiano su linee in larga parte a binario unico e non elettrificate. Le corse dei treni regionali in Sicilia e in Calabria, ad esempio, sono ogni giorno rispettivamente 506 e 333 contro le 2.173 della Lombardia, quando la popolazione in Lombardia e’ pari al doppio dei siciliani (rispettivamente 10 e 5 milioni) con un’estensione inferiore a quella dell’isola. Per l’associazione ambientalista la cura per il sud si traduce con piu’ treni per il Meridione, elettrificazione e collegamenti piu’ veloci e frequenti tra la Sicilia, la Calabria e il resto della Penisola, portando le Frecce nei collegamenti tra Palermo, Catania e Roma, potenziando il trasporto via nave lungo lo Stretto e rafforzando i collegamenti in treno da Reggio Calabria a Taranto e Bari, ripristinando la possibilita’ di imbarcarsi sulle navi di qualunque vettore con un unico biglietto.

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