“E’ di qualche giorno la notizia diffusa da Enea sull’esaurimento dei fondi stanziati dal governo per il superbonus, mentre l’esecutivo tace. Dei 33,5 miliardi stanziati, ad oggi sono stati ammessi alle agevolazioni lavori per 33.7 miliardi. Questo vuol dire che occorrono misure urgenti da parte del governo per rifinanziare i bonus altrimenti il settore edile andra’ al collasso totale”. A sostenerlo e’ Maria Elena Senese, segretario generale FenealUil Calabria. “Un sistema, quello dei bonus- prosegue Senese – andato gia’ prima in tilt e poi in paralisi con le molteplici modifiche normative che si sono convulsamente succedute nei mesi precedenti.
Come noto, i decreti anti-frodi e sostegni ter sono serviti al governo per rimediare tardivamente alle gravi lacune normative con cui i bonus edilizi sono partiti; il ‘pro’ dei decreti e’ stato quello di frenare le frodi, ed estromettere dal sistema la nutrita platea di furbetti disonesti che, grazie alle lacunose normative di base sull’ottenimento delle agevolazioni fiscali, hanno facilmente conseguito illeciti guadagni. Altrettanto noto e’ il ‘contro’ dei decreti citati che, a discapito degli onesti incolpevoli che nel nostro paese alla fine sono gli unici a pagare per tutti, hanno di fatto completamente paralizzato il sistema dei bonus e, segnatamente quello del superbonus 110, anch’esso incolpevole, in quanto, di fatto, si e’ rivelato estraneo alle frodi”. “A nulla sono servite – sottolinea la segretaria generale della FenealUil Calabria – le ulteriori modifiche contenute nel Decreto Aiuti, la cui conversione in Legge e’, peraltro, prevista per il 17 luglio prossimo e gli emendamenti gia’ presentati a riguardo sono molteplici, segno di ulteriori incertezze delle forze politiche e, pertanto, foriero di ulteriore diffidenza da parte delle banche e delle imprese edili. A tutto cio’ si aggiunge la criticita’ derivante dal comparto bancario che deve rispettare un meccanismo stabilito dalla Legge e che prevede un vincolo di compensazione che lo obbliga ad avere crediti fiscali non superiore al livello di imposte e contributi da versare all’erario nell’esercizio finanziario del periodo. In parole povere quasi tutto il comparto bancario ha esaurito il budget disponibile per acquistare altri crediti e sconsiglia ai clienti l’invio di nuove pratiche”. A
llo stato attuale per la sindacalista “oltre 60mila imprese edili si trovano con il cassetto fiscale pieno di crediti dello Stato, ma senza liquidita’ per far fronte agli impegni commerciali assunti. Sono migliaia le aziende a rischio fallimento, e il blocco dei cantieri in corso e’ sotto gli occhi di tutti. Registriamo infatti, gia’ da mesi il licenziamento di molti operai, numerose e conseguenti richieste di cassa integrazione, nonche’ un incremento delle istanze di rateizzazione delle imprese nelle casse edili. Occorre rifinanziare il superbonus, magari riformando il reddito di cittadinanza, strumento di welfare questo da destinare solo alle classi piu’ povere e indigenti del nostro Paese che, invero, ha tanto bisogno di lavoro, di rinnovata dignita’ del lavoro, molto piu’ che di queste forme di assistenzialismo a pioggia che, in tanti casi, disincentivano l’occupazione e costano diversi miliardi di euro alla Stato”.