“L’indifferenza è il peso morto della storia” - Antonio Gramsci
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“Evidenze archeologiche a Messina in Età Medievale”: il 18 settembre incontro a Reggio Calabria

Evidenze archeologiche a Messina in Età Medievale” sarà il tema della conversazione che la dott.ssa Elvira D’Amico, funzionario  archeologo presso la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Messina terrà giovedì 18 settembre alle ore 17,30 presso la Villetta della Biblioteca De Nava nell’ambito delle manifestazioni promosse dall’Associazione Culturale Anassilaos, congiuntamente con la Biblioteca De Nava, dedicati  alla percezione del tempo tra Antico, Moderno e Contemporaneità. Le ricerche archeologiche avviate a Messina dagli anni 90’ del secolo scorso hanno rivelato il complesso quadro economico in cui la città si colloca in età medievale, confermandone un ruolo di protagonista al centro del Mediterraneo, sin dai tempi più antichi sede di scambi, emporio, centro produttore ed esportatore di merci. La ricerca archeologica presenta tuttavia gravi lacune riconducibili sia alle catastrofi naturali, che a più riprese distrussero ampie zone della città, sia ai successivi e massicci interventi di ricostruzione, che nascosero sotto spessi strati di detriti gli edifici antichi. Nel sottosuolo della città sono state rinvenute a più riprese grandi quantità di ceramica medievale, ma anche lembi di muri ed elementi architettonici di edifici non più esistenti. Il presente contributo tenta di ricostruire il tessuto urbanistico della Messina medievale, sulla base dei risultati delle ricerche archeologiche e d’archivio. Un problema simile – si legge in una nota di Anassilaos (Stefano Iorfida) – anche nella nostra Reggio con la differenza che nella Città della Fata Morgana il terremoto del 28 dicembre 1908, pur nella sua brutalità, ha reso possibile la riscoperta della Reggio greca e romana mentre le poche tracce della Reggio bizantina. affiorate durante gli scavi della cosiddetta intubata nel 1980, furono cancellate in quello che può essere considerato come il più grave sacco archeologico subito dalla città nell’indifferenza delle istituzioni e soprattutto dei cittadini. In apertura il dott. Fabio Arichetta, responsabile Anassilaos, ricorderà brevemente la figura dello storico Franco Arilotta.

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