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Massimo Sirelli ridisegna il mito tra le rovine di Locri

La mostra “Dioniso è qui” di Massimo Sirelli ha aperto i battenti il 31 luglio negli spazi di Casino Macrì, all’interno del Museo e Parco Archeologico di Locri Epizefiri. Non è una semplice esposizione: è un’incursione visiva nel cuore del mito, una riflessione pop e irriverente che attraversa la memoria antica del luogo e la rilegge con occhi nuovi. Il progetto, curato da Stefania Fiato, fa parte della seconda edizione del festival MitiCu, promosso dal GAL Terre Locridee, e sarà visitabile fino al 30 settembre.

Sirelli, artista calabrese tra i più originali del panorama pop-urban italiano, ha scelto di abitare il sito archeologico non con opere calate dall’alto, ma costruite su misura, in dialogo diretto con le rovine, i dislivelli, gli spazi irregolari del parco. Ogni installazione è site-specific, pensata come una risposta – a volte ironica, a volte spiazzante – ai segni del tempo.

“Per la prima volta ho progettato una mostra cucendola addosso al luogo, come un abito su misura. Ho dialogato con le rovine, con le difficoltà e le bellezze dei resti romani: le terme, le latrine, gli spazi irregolari, le altezze inaspettate. Ogni installazione è nata da questo confronto, senza forzare nulla, lasciando che fosse il luogo a suggerirmi la direzione”.

Il risultato è un percorso in cinque ambienti, che mescola New Dada, Nouveau Réalisme, linguaggi della strada e cultura pop. Dioniso diventa il pretesto per parlare del presente, del caos creativo che ci attraversa, dell’identità che muta, dell’eccesso, della libertà.

“Dioniso è qui. Non nei miti lontani, ma tra i colori, i simboli e le contraddizioni del presente. Ho voluto evocare il suo spirito come un richiamo alla libertà, all’eccesso vitale e alla creatività selvaggia che ognuno di noi può riscoprire. In un parco che conserva la memoria degli dèi, ho disseminato visioni leggere e irriverenti, capaci di accendere nuovi racconti”.

Tra t-shirt, mutandine da donna, gonfiabili da piscina, PVC e poster, il lessico scelto dall’artista è volutamente effimero, leggero, dissonante. E proprio per questo carico di senso. Un gioco visivo e concettuale che si scontra, o forse si sposa, con la solidità archeologica del luogo.

“Mi sono divertito a realizzare questa mostra, forse più che in ogni altro progetto recente, perché non ho avuto limiti. Nessuna cornice, nessuna parete bianca. Solo gli spazi del tempo stratificato e la libertà di far vivere Dioniso ancora una volta.”

La mostra è visitabile fino al 30 settembre 2025, all’interno del percorso del Museo e Parco Archeologico di Locri Epizefiri. L’accesso è incluso nel biglietto d’ingresso al sito.

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