Una didattica innovativa che dimostra come l’inclusione sia possibile e che per realizzarla sia necessario attivare metodi che contribuiscano al successo formativo: Musicarte, in esposizione al Museo archeologico di Reggio Calabria fino al 24 febbraio è un progetto che nasce dalla sinergia tra docenti e alunni dell’IIS Boccioni Fermi di Reggio Calabria, sostenuto con entusiasmo dalla dirigente Anna Maria Cama e curato dalle professoresse Anna Grazia Calabrò, docente referente del progetto, e Ludowika Tripodi, docente corresponsabile e che ha coinvolto tutti gli alunni, in particolare quelli che presentano fragilità.
Il garante dei diritti delle persone con disabilità, Ernesto Siclari, accompagnato dal consigliere comunale Federico Milia, non nasconde la sua emozione dopo la visita alla mostra: “L’arte è bellezza, visiva e dell’anima: questi dipinti, realizzati dai ragazzi durante il laboratorio di artemusicoterapia attivo presso l’istituto Boccioni, dimostrano quanto l’ artemusicoterapia riesca a far vibrare l’animo di questi ragazzi, a coinvolgerli emotivamente, cooperando insieme, per strapparli anche a situazioni complesse che purtroppo vivono quotidianamente” dichiara Siclari.
“È straordinario come attraverso l’ascolto di brani musicali, scelti accuratamente sulla base delle caratteristiche degli allievi, questi ragazzi abbiano realizzato questi dipinti, ispirati dagli stimoli uditivi ricevuti” afferma Siclari.
“Dobbiamo essere promotori di inclusione e bellezza: questo è il compito della scuola, che assieme alla didattica deve affiancare iniziative che coinvolgano sempre più i nostri ragazzi” – dichiara il consigliere comunale e capogruppo di Forza Italia Federico Milia, presente alla mostra – “il mio sincero grazie per quest’attività è rivolto al dirigente dell’istituto Boccioni-Fermi prof.ssa Anna Maria Cama, per aver espresso il vero senso del ruolo della scuola oggi: un luogo in cui gli alunni si sentano liberi di esprimersi nelle forme a loro più congeniali, e un luogo inclusivo in cui sentirsi parte di qualcosa” conclude Siclari.