Il chiostro dei domenicani di Altomonte, un luogo dove la storia s’intreccia con la bellezza del Mediterraneo, ha accolto un’iniziativa che sembra voler tracciare un nuovo percorso verso l’incontro tra popoli e culture. È qui, nel cuore della Calabria, che è stato compiuto il primo passo verso la costituzione dell’Orchestra dei Suoni e delle Parole del Mediterraneo, un progetto ambizioso, promosso dal Consolato Onorario del Regno del Marocco in Calabria, dal Festival Euromediterraneo di Altomonte, da Officine delle Idee e dal Centro Studi Gentes.
Un’iniziativa che vuole essere non solo un progetto artistico, ma un segnale di speranza. Un’orchestra che non è solo musica, ma anche parole, una sinfonia di lingue, tradizioni e storie, per dare vita ad un Mediterraneo coeso e condiviso che troppo spesso dimentichiamo essere stato, per millenni, culla di civiltà tra le più importanti della storia dell’umanità.
Il Salone Razetti, un tempo sede di silenzi e preghiere, si è riempito delle voci di chi crede in un Mediterraneo diverso, unito non solo dalla geografia ma anche dalla cultura.
Il sindaco di Altomonte, Gianpietro Coppola, ha aperto i lavori, a seguire gli interventi di Antonio Blandi, direttore artistico del Festival Euromediterraneo di Altomonte e project manager di Officine delle Idee; Domenico Naccari, Console Onorario del Regno del Marocco in Calabria; Jamal Ouassini, violinista e direttore della Tangeri café orchestra; Yassir Azziman, direttore del Conservatorie d’art et de musique di Tangeri (intervenuto in videoconferenza); Francesco Perri, direttore del Conservatorio di Cosenza; Vaghelis Merkouris, liutista e cantante e Pierfrancesco Pullia, direttore generale International culture fondation.
Un progetto che, come ha spiegato il sindaco Gianpietro Coppola, aspira a diffondere armonia e dialogo in tutto il Mediterraneo. «Ad Altomonte non troverete progetti destinati ad arenarsi – ha detto con orgoglio il primo cittadino – qui troverete compagni di viaggio che hanno le energie per portarli avanti».
«L’Orchestra nasce non solo come espressione artistica, ma come progetto di coesione e condivisione sociale – afferma Antonio Blandi, direttore artistico del Festival Euromediterraneo di Altomonte e project manager di Officine delle Idee – un luogo dove musicisti, artisti, scrittori e pensatori possano ritrovarsi per immaginare un futuro diverso, un futuro in cui il Mediterraneo sia spazio di congiunzione, di scambio e non un limite, una frontiera. Dove le differenze diventino ricchezze e dove la musicae la parola siano strumento di pace e di dialogo».
«Il progetto presentato ad Altomonte, dunque, non è solo un’orchestra, ma un simbolo di ciò che il Mediterraneo potrebbe e dovrebbe essere: un luogo di incontro, dialogo e pace, in cui le differenze culturali non sono motivo di divisione, ma fonte di arricchimento reciproco. E in questo, la Calabria e il Marocco – come sottolinea Domenico Naccari, Console Onorario per il Regno del Marocco per la Regione Calabria – hanno il privilegio di essere protagonisti di un progetto internazionale dalle grandi aspettative e che guarda al futuro con speranza e determinazione».
A dare ulteriore forza a questo progetto è stato il maestro Jamal Ouassini, violinista di fama internazionale, che fin dall’inizio ha creduto nella potenza aggregante della musica.
«La formazione dell’Orchestra dei Suoni e delle Parole del Mediterraneo è per me un’occasione importantissima – ha detto Ouassini. Non appena l’idea ha preso forma, il maestro ha contattato il Conservatorio di Tangeri, con l’intento di creare un legame profondo con l’Italia e, in particolare, con la Calabria. «Voglio coinvolgere i giovani in questo progetto, come abbiamo fatto due anni fa qui ad Altomonte con un’iniziativa che ha coinvolto gli studenti del liceo Lucrezia Della Valle di Cosenza», ha poi ribadito.
L’Orchestra dei Suoni e delle Parole del Mediterraneo ha suscitato un’ondata di entusiasmo che si è estesa ben oltre i confini della Calabria, raggiungendo anche Tangeri. Da lì, in collegamento, il direttore del Conservatoire d’art et de musique, Yassir Azziman ha espresso il suo vivo interesse per l’iniziativa, riconoscendo in essa un’opportunità unica per arricchire le collaborazioni e gli scambi tra scuole, studenti, istituzioni, territori e comunità. «Partecipare a questo progetto significa rafforzare i legami – ha detto Azziman, visibilmente entusiasta – e creare un ponte culturale che possa unire i popoli del Mediterraneo attraverso la musica».
«Abbiamo accolto con grandissimo interesse l’invito a partecipare a questo progetto – ha affermato Francesco Perri, direttore del Conservatorio di Cosenza e direttore artistico dell’Orchestra Sinfonica Bruzia – che rappresenta una naturale evoluzione del lavoro che già si sta portando avanti in Calabria. Confermando inoltre l’importanza del confronto e dell’incontro tra i conservatori di diverse nazionalità come opportunità di grande crescita professionale e umana».
«In un momento storico in cui il Mediterraneo è troppo spesso teatro di divisioni, il progetto dell’Orchestra vuole essere un contrappunto, un segno di speranza e di unità – come ha ricordato anche Vaghelis Merkouris, liutista e cantante mettendo in luce le profonde affinità tra la Grecia e la Calabria e concludendo poi con una metafora potente – vacciniamoci con la musica e la cultura contro l’odio».
Pierfrancesco Pullia, direttore generale dell’International culture fondation nel suo intervento ha evidenziato le notevoli opportunità che il progetto potrà innestare in relazione allo sviluppo dell’impresa culturale nell’ambito del Mediterraneo.
In sintesi si può affermare che il progetto dell’Orchestra dei Suoni e delle Parole del Mediterraneo è sì una sfida ambiziosa, ma necessaria in un mondo che ha bisogno di nuovi ponti per superare le divisioni. E da questo angolo della Calabria, si alza una melodia e un messaggio che aspira a unire, a collaborare e contribuire così alla costruzione di un Mediterraneo migliore.