“La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla” - Gabriel Garcia Marquez
HomeAgoràAgorà CatanzaroIl presidente aggiunto onorario della Corte di Cassazione Marcello Vitale si è...

Il presidente aggiunto onorario della Corte di Cassazione Marcello Vitale si è raccontato a Squillace

Presidente aggiunto onorario della Corte di Cassazione dopo una vita con la toga in spalla a scandagliare l’intelletto piegato al male, a scansare la mala (è stato per anni sotto scorta), oltre che a giudicarla, Marcello Vitale è un magistrato anomalo, capace di affiancare una vita così complessa e avida alla poesia e alla scrittura.

Nel Castello di Squillace, nell’ambito della quinta rassegna letteraria e teatrale “Alla Corte dei Borgia”, su iniziativa dell’associazione culturale Castellense, edizione letteraria e teatrale “Alla corte dei Borgia”, organizzata con la collaborazione della presidenza del Consiglio regionale della Calabria, l’assessorato al Turismo del Comune di Squillace e le associazioni I giardini di Hera e Zefiro, di rientro nella sua Calabria per una sosta estiva, Vitale ha presentato “Antologia poetica 1984-2024”, miscellanea di 40 anni di poesie accompagnate dalla critica di Plenio Perilli, e la monografia a lui dedicata dallo stesso Perilli “Lo sguardo dell’uomoMarcello Vitale, magistrato illustre e insieme poeta civile”.

A dialogare con l’autore le giornaliste Tiziana Bagnato e Carmela Commodaro. Il magistrato si è raccontato a tutto tondo, partendo dalle sue origini (famiglia di magistrati, dantisti e scrittori), fino ai duri anni a Torino durante il periodo della contestazione studentesca, passando poi per la stagione dei sequestri dei beni, allora agli albori, ‘ndrangheta e faide. Un percorso che lo ha portato ad occupare le massime cariche della magistratura in cui “l’uomo ha sempre guidato le gesta del magistrato perché così deve essere”, tanto da voler trovare via di sfogo nella poesia e nella narrativa.

Dalle dimensione di tempo e spazio, al bene e al male raccontati ne “Il demone sommerso”(1988) fino al ricordo dei giudici, giornalisti e non solo ammazzati dalla mafia in ” Canti sciolti e ballate per i morti di ‘ndrina e di mafia” (2000), Vitale ha raccontato e si è raccontato all’interno di una discussione di ampio respiro in cui non ha mancato di puntare il dito contro i magistrati più attenti al dire che al fare, alla riforma della giustizia e del Csm, passando per quelle zone di grigio endemiche al sistema, la sparizione delle agende e dei documenti dei magistrati, il pil prodotto dalla criminalità organizzata.

Vitale, prolifico scrittore, ha all’attivo quattro romanzi e nove raccolte di poesie, in cui i due binari paralleli su cui viaggia da tempo si intrecciano e fioriscono rendendolo protagonista della stampa nazionale, premi e prestigiosi scenari a cui si affaccia con quello spirito disincantato e quell’umiltà che rendono grande un uomo. 

Articoli Correlati