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Italea Calabria torna a Badolato con l’esito del progetto artistico-culturale “S’amuJamu”

Dopo un anno dal “Laboratorio delle Radici”, Italea Calabria torna domenica 16 novembre a Badolato Borgo con l’esito del progetto artistico-culturale “S’amuJamu”.

La manifestazione è promossa ed organizzata da Radici in Viaggio in collaborazione con la Compagnia Teatro del Carro nell’ambito del progetto di Residenza 2025, ospitata dalla Pro Loco Badolato APS e dal gruppo artistico del CAT di Palazzo Gallelli nel contesto delle attività “Casa delle Arti e delle Culture” con tre appuntamenti a cui prenotarsi e fissati alle ore 11.30, 15.30 e 16.30 con raduno/partenza presso Palazzo Gallelli (via Gallelli n.13/15 – dietro Guardia Medica).

S’amuJamu è un viaggio immersivo nella memoria viva delle migrazioni calabresi. Un’esperienza artistico-culturale straordinaria ed emozionante in cui il pubblico indossa le cuffie e seguendo le voci e le parole degli autori Elvira Scorza, Dario Natale e Lorenzo Praticò, assieme alle musiche di Davide Ambrogio, cammina tra storie che uniscono il passato e l’oggi, le rotte verso l’America e l’Australia, e quelle più recenti dal Mediterraneo verso le nostre coste.

L’esperienza immersiva nasce all’interno di Italea Calabria (progetto internazionale sul Turismo delle Radici promosso dal Ministero degli Affari Esteri) e prende forma dopo dieci residenze artistiche realizzate in tutta la Regione Calabria, in diversi territori dal Pollino allo Stretto – con una prima tappa organizzata proprio a Badolato Borgo nel Novembre 2024 – che hanno coinvolto 3 drammaturghi e 4 artisti.

In questi 12 mesi sono state raccolte le testimonianze di oltre cento persone, tra cui anche storie di migrazioni di cittadini badolatesi e del comprensorio del Basso Ionio calabrese, e sono diventate opera immersiva. L’itinerario, lungo le vie dell’antico borgo di Badolato e dentro le sale di Palazzo Gallelli, è fatto di quattro installazioni artistiche: “Per il Pane” di Ozge Sahin, il nutrimento come gesto universale di accoglienza e sopravvivenza; “Necessità di vita” di Mariachiara Falcomatà, falene sospese che parlano di metamorfosi, dell’arte di adattarsi a nuovi mondi; “Something about us” di Luca Granato, vecchi tessuti diventati bandiere, memoria cucita tra continenti; “L’orto di quelli che restano” di Larissa Mollace, un tappeto di volti e luoghi impressi dal sole, custodi di radici e saperi antichi. (cit. Granato).

S’amuJamu è la metafora di un viaggio, un invito all’andare. Un viaggio che parte da metà Ottocento e arriva nel presente, lungo le rotte che hanno portato donne e uomini calabresi nel mondo e dall’altra parte del Mediterraneo verso le nostre coste. Un’esperienza emotiva totale che fa immergere il pubblico nelle storie delle radici calabresi, di una terra che è sempre stata punto di partenza e di arrivo.

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