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Reggio Calabria: la medicina di prossimità territoriale e di “iniziativa” in quinta Commissione consiliare

L’ultima seduta della quinta commissione consiliare (Politiche sociali e della salute, sanità, politiche abitative), presieduta da Gianni Latella, ha audito l’oncologa Paola Serranò, già consigliere comunale e fondatrice (nonché già presidente) dell’Hospice “Via delle Stelle”, in qualità di referente dell’Associazione “Laboratorio delle arti civiche“.

La dottoressa Serranò è intervenuta, nello specifico, per affrontare soprattutto il tema della sanità territoriale e della medicina di prossimità; con un approfondimento sullo stato attuale e sulle proposte da sottoporre, eventualmente, al consiglio comunale.

 Ha sottolineato la necessità di superare l’attuale impostazione “ospedalocentrica” del sistema sanitario regionale, ancora orientato a curare le emergenze più che a prevenire le patologie croniche e degenerative. Ha richiamato l’attenzione sul dato allarmante secondo cui quasi la metà dei malati oncologici in Calabria riceve la diagnosi solo in fase metastatica, evidenziando come questo ritardo sia la conseguenza di una sanità d’attesa, che interviene solo quando il paziente manifesta al proprio medico curante un bisogno conclamato.

Serranò ha proposto dunque di trasformare la medicina territoriale in una medicina di iniziativa; capace di anticipare la diagnosi attraverso azioni di prevenzione e monitoraggio costante. Ha invitato i consiglieri a promuovere la creazione di percorsi di screening sistematici, partendo dai cittadini con familiarità oncologica e ampliando progressivamente la platea suggerendo di utilizzare in modo efficace le strutture già disponibili: come le nascenti “case di comunità” di via Willermin e via Placido Gerace che dovranno essere luoghi di prevenzione e non semplici poliambulatori: coinvolgendo i medici di guardia e i professionisti della continuità assistenziale.

Altra realtà da valorizzare, a detta della stessa, è quella delle  AFT: le associazioni funzionali territoriali.

Secondo l’oncologa reggina vi sarebbe la possibilità di impiegare giovani medici e risorse già presenti nel sistema sanitario per costruire équipe territoriali integrate; ha inoltre rivendicato un ruolo più rilevante dei servizi comunali del welfare nell’organizzazione di tali attività.

Un altro punto centrale del suo intervento ha riguardato il potenziamento dell’assistenza domiciliare integrata: oggi affidata in gran parte a cooperative che non sempre riescono a garantire un’adeguata integrazione multidisciplinare.

Un passaggio importante è stato anche quello che ha ricordato ai consiglieri l’esperienza dei 75 medici impegnati durante la pandemia che avevano manifestato disponibilità a proseguire il lavoro sul territorio e che invece non sono stati reintegrati; definendo l’accaduto come un’occasione persa.

Ha infine invitato la Commissione a promuovere un confronto con la direzione dell’Azienda sanitaria provinciale per verificare lo stato degli screening e delle attività di prevenzione, e a farsi carico, come rappresentanti della città, di proposte concrete per migliorare i servizi di prossimità e la presa in carico delle persone fragili.

Il consigliere Giuseppe Giordano, nel suo intervento, ha espresso piena condivisione delle analisi e delle proposte della dottoressa Serranò definendo il tema della medicina di prossimità cruciale per la salute dei cittadini e per il futuro del sistema sanitario calabrese; ha ricordato, pertanto, che il modello “ospedalocentrico” si è rivelato inadeguato e che dal 2010 la sanità avrebbe dovuto orientarsi stabilmente verso il territorio e la prevenzione; ha evidenziato le difficoltà di attuazione delle case di comunità e degli ospedali di comunità, pur previsti dal PNRR, chiedendo una verifica puntuale sullo stato degli interventi e sull’utilizzo delle risorse. Ha proposto di calendarizzare un nuovo confronto con la direzione dell’ASP, con la dirigente dottoressa Di Furia e con la direzione sanitaria, per fare il punto sulle attività in corso, sulle strutture territoriali da valorizzare e sugli screening oncologici; ha richiamato infine l’urgenza di rafforzare l’informazione e la sensibilizzazione dei cittadini, ricordando che la mancanza di prevenzione e il ritardo nell’organizzazione dei servizi territoriali hanno contribuito all’aumento della migrazione sanitaria e dei costi per la Regione.

Il consigliere Pino Cuzzocrea ha sollevato la questione delle guardie mediche e della loro rilevanza territoriale; ricordando che molte sono state chiuse.

A fine dei lavori il presidente Gianni Latella, ringraziando Paola Serranò per il prezioso contributo, ha rinnovato l’invito al confronto per poter individuare percorsi istituzionali condivisi al fine unico di poter concretizzare politiche territoriali al servizio del bene collettivo; in tal caso al servizio della salute dei cittadini: a partire dalla prevenzione.

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