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“Ritmi del Sud”: Tropea accende il cuore del Mediterraneo tra suoni, radici e visioni future

Piazza Vittorio Veneto gremita, suoni antichi che si intrecciano a ritmi contemporanei e un pubblico travolto dall’energia e dalla bellezza della musica popolare. Così si è chiusa, con un grande successo di partecipazione e coinvolgimento, la sesta edizione di “Ritmi del Sud”, tenutasi nel cuore della perla del Tirreno.
Organizzato dall’Associazione Culture a Confronto, presieduta da Andrea Addolorato, l’evento ha confermato ancora una volta la sua capacità di coniugare valorizzazione delle tradizioni popolari, dialogo tra culture e rilancio creativo del patrimonio etnomusicale meridionale. La serata è stata presentata dal giovane e brillante conduttore e musicista Massimiliano Gareri, che ha saputo raccontare e accompagnare il pubblico attraverso le esibizioni, creando una connessione tra passato, presente e futuro.
Presente sul palco di “Ritmi del Sud” anche Marcello Perrone, presidente della Federazione Italiana Tradizioni Popolari – Calabria, che per l’occasione ha condiviso con il pubblico il recente premio di cui è stato insignito assieme ad Andrea Addolorato, l’IGF “Gold Star” meglio conosciuto come l’Oscar del Folkore, conferito loro appena pochi giorni prima in Turchia.
TRE REGIONI, UN’UNICA ANIMA MEDITERRANEA
A dare corpo e anima a questa edizione, tre formazioni provenienti da regioni diverse ma unite da una visione comune: riscoprire le proprie radici, nutrirle e farle germogliare nel presente.
La Sicilia è stata rappresentata dal gruppo messinese I Cantustrittu, nato nel 2011 da un’idea del percussionista Santino Merrino, attuale Vice Segretario Nazionale della Federazione Italiana Tradizioni Popolari. Il gruppo, formato da dieci elementi, ha offerto un’esibizione ricca di fascino e tradizione, reinterpretando il patrimonio popolare dell’isola con uno stile contemporaneo che mescola strumenti tipici – come zampogna, tamburello, friscalettu, marranzano, fisarmonica e chitarra – a sonorità più moderne grazie all’inserimento di basso elettrico, batteria e strumenti di altre culture. La loro musica racconta in lingua siciliana storie millenarie, emozioni quotidiane, filastrocche, giochi, ironia e passione, mantenendo sempre viva l’anima profonda della Sicilia.
Dalla Valle dell’Esaro, in Calabria, è giunto invece il gruppo Balano’o, fondato da Pasquale Ranuiò nel 2007, che ha portato sul palco l’essenza più profonda della musica popolare calabrese. Composto da musicisti originari di San Sosti, il gruppo utilizza strumenti legati alla liuteria tradizionale calabrese come la lira, la chitarra battente, l’organetto, le ciaramelle e varie pipite, mescolandoli sapientemente con strumenti contemporanei come basso elettrico, fisarmonica e fiati. Le loro sonorità, influenzate anche dalla world music e dall’ambient, nascono da una continua ricerca che attinge alle radici del territorio, in particolare al culto della Madonna del Pettoruto, e si traducono in brani originali che anticipano l’uscita del loro prossimo album prevista per l’autunno 2025.
Infine, dalla Puglia, è arrivata la travolgente energia della Jonica Popolare, formazione nata a Galatina nel 2015 con l’obiettivo di valorizzare i canti della tradizione salentina. Nel corso degli anni, il gruppo ha saputo rinnovarsi e innovare il proprio repertorio, partecipando a numerosi festival, tra cui le tappe della Notte della Taranta, e pubblicando lavori discografici apprezzati dal pubblico e dalla critica. Nel 2020 è uscito l’album “Scercule”, seguito nel 2024 dal brano d’autore “Maravita”, un inno all’amore, e nel 2025 dal nuovo album “Divergenze”, in cui le sonorità tradizionali si fondono con testi e ritmi originali, capaci di parlare a una nuova generazione di ascoltatori. La loro performance a Tropea è stata un’esplosione di ritmo, coinvolgimento e identità.
In conclusione, tutti i musicisti si sono ritrovati insieme sul palco per un gran finale a cui il pubblico non ha saputo resistere scatenandosi in un grande ballo collettivo: e questo è proprio il senso di “Ritmi del Sud”, unire pubblico e artisti in un unico grande spettacolo fatto di musica, ritmo, fratellanza, condivisione.
MUSICA COME LINGUAGGIO UNIVERSALE DELLE RADICI
“Ritmi del Sud” si è riconfermato molto più di un semplice festival: è stato un atto collettivo di memoria e innovazione, un incontro tra generazioni, culture e territori. La manifestazione, sostenuta da partner prestigiosi come la Federazione Italiana Tradizioni Popolari (FITP), l’I.O.V. (International Organization of Folk Art, riconosciuta dall’UNESCO), il Comune di Tropea, il Gruppo Folk di Tropea e CalabriaSona, è oggi una vetrina consolidata del “Turismo delle Radici”, promosso dal Ministero degli Affari Esteri.
«Abbiamo visto ragazzi e ragazze ballare con i loro nonni, turisti cantare senza comprendere il dialetto, ma percependone tutta la forza culturale. Questo è il senso profondo di Ritmi del Sud: un Sud che si racconta, che si reinventa, che non dimentica», ha commentato Andrea Addolorato, ideatore della manifestazione.
UNA TRADIZIONE CHE CAMMINA NEL FUTURO
Nato nel 2020 e oggi marchio culturale registrato, “Ritmi del Sud” è cresciuto di anno in anno come un punto di riferimento per la valorizzazione delle musiche e delle danze popolari del Mezzogiorno. Il festival non si limita a conservare: rifunzionalizza, sperimenta, educa, parla un linguaggio vivo e plurale, capace di tenere insieme il sapere antropologico e la creatività artistica.
Appuntamento al 2026, per una nuova edizione ancora più vibrante, dove il Sud continuerà a raccontarsi a suon di tamburi, corde e voci. Perché la tradizione, quando è autentica, non è mai ferma: cammina, canta e costruisce futuro.

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