A qualche settimana dal “Giorno del ricordo”, gli allievi del Liceo “Alvaro” di Palmi hanno voluto dedicare una giornata di riflessione e discussione sul tema delle foibe.
In particolare, i comitati studenteschi, coadiuvati dai docenti dell’istituto, hanno approfondito la difficile situazione del confine orientale e delle terre della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia a cavallo della fine del secondo conflitto mondiale, e in particolare gli eccidi ai danni dei militari e civili italiani giuliani e istriani e l’esodo forzato della maggioranza dei cittadini di lingua italiana dalle terre giuliano-dalmate in seguito all’instaurarsi del regime di Tito.
Attraverso importanti testimonianze video, come quella di Silvia Rusich, figlia dell’esule istriano Sergio Rusich, già partigiano e antifascista, poi costretto all’emigrazione da Pola a Firenze, è emerso come le terre del confine orientale oggi italiano-sloveno-croato, sul finire della seconda guerra mondiale, alle brutalità del nazifascismo abbiano visto susseguirsi quelle dei titini, per l’affermazione del nazionalismo jugoslavo, sostituitosi a quello italiano del ventennio precedente.
L’odio etnico portato avanti dal totalitarismo di Tito ha condotto ai massacri delle foibe e alla drammatica emigrazione forzata degli italiani di Istria e Dalmazia, che ha coinvolto fino a 350.000 persone.
Quel confine, così segnato in passato da atrocità e intolleranza, è oggi confine di pace all’interno dell’Unione Europea, ma corre l’obbligo, per le nuove generazioni, di ricordare e fare memoria perché orrori del genere non si ripetano.
Oltre alle testimonianze video, gli allievi hanno potuto attingere a documenti, biografie e realizzazioni grafiche a cura dei comitati studenteschi dell’Alvaro.