di Paolo Ficara – Zero a zero senza tiri in porta. Si è tenuta l’udienza cartolare in Corte d’Appello, già rinviata rispetto a quella dello scorso 25 settembre, circa i ricorsi avverso l’omologa concessa dal Tribunale di Reggio Calabria alla Reggina 1914. Come due mesi fa, l’arbitro ha fischiato ma le squadre non hanno nemmeno battuto il calcio d’inizio.
Dalle prime frammentarie ricostruzioni, oltre a perdurare l’assenza di qualsiasi deposito da parte del primo accusante – il Brescia – e del cosiddetto imputato – la Reggina – latiterebbero anche quelli dei ricorrenti veri e propri. Ossia Agenzia delle Entrate ed Inps.
Anche in questo caso, la Corte d’Appello avrebbe riservato la decisione. Due mesi or sono, si era poi deciso per un rinvio alla data di oggi, appunto. Ipotizzare quali fattori diversi possano essere intervenuti, tali da poter eventualmente determinare una decisione di carattere diverso, è esercizio arduo.
Una cosa è certa. Se prima non viene scritta la parola fine a questo appello, l’omologa non diventa definitiva. E fin quando non diventa definitiva, la Reggina è teoricamente giustificata a non saldare i creditori. Di questo passo, è facile che il club scollini almeno il Natale rimanendo aziendalmente in vita.