“A gennaio 2023 entrerà in vigore la Riforma dello sport. Parliamo di norme che disciplineranno il lavoro sportivo ma con il rischio di un aggravio dei costi della gestione amministrativa per gli Enti Sportivi Dilettantistici. Servono, quindi, risposte certe capaci di venire incontro alle esigenze dei soggetti che operano nel mondo dello Sport senza fine di lucro, ma con grandi difficoltà a far quadrare i bilanci e a gestire le complicazioni ed i rischi correlati alla disciplina fiscale, previdenziale ed amministrativa in genere”. E’ quanto afferma Giusy Iemma, candidata del Pd alla Camera nel collegio uninominale Calabria 1.
“A sostegno degli Enti sportivi dilettantistici serve un disegno di legge che modifichi la riforma dello sport venendo incontro alle esigenze di queste importanti realtà, fondamentali per far crescere lo sport nel territorio – ha affermato ancora Iemma -. Penso alla necessità di distinguere tra compensi sportivi “professionali” e compensi sportivi “non professionali”. E’ opportuno che i soggetti che “vivono” di sport vengano inquadrati in modo da avere una copertura previdenziale e regole precise per gli adempimenti formali e fiscali, a differenza di chi svolge altre attività. Tra le modifiche che intendo proporre, quindi, c’è anche l’introduzione della la nuova figura del “collaboratore sportivo dilettantistico” eliminando qualsiasi collegamento per l’inquadramento giuridico di questa attività con figure contrattuali già esistenti che debbano essere adattate nella loro disciplina ad esigenze diverse quali sono quelle dello sport dilettantistico. Per ciascuna delle figure alternative a quella del “collaboratore sportivo dilettantistico” si dovrà applicare la disciplina fiscale e previdenziale di riferimento; mantenendo per il settore sportivo le agevolazioni previste per la soglia di esenzione fiscale a 10.000 euro. Sarà necessario, inoltre: ridurre gli adempimenti formali ed i costi ad essi correlati per i compensi sportivi non professionali, escludendo nuovi adempimenti costosi e impattanti sull’organizzazione di associazioni e società sportive dilettantistiche; definire le mansioni che possono essere remunerate attraverso il compenso sportivo dei “collaborazioni sportive non professionali” a cui riservare un trattamento agevolato dal punto di vista tributario e previdenziale. Occorre quindi far rientrare in questa disciplina anche quei soggetti che svolgono attività di assistenza, e che sono indispensabili per lo svolgimento delle attività di preparazione, custodia, pulizia, cura e gestione degli impianti sportivi e delle attrezzature. Anche le collaborazioni amministrativo gestionali non professionali devono essere definitivamente separate dall’inquadramento come collaboratore coordinato e continuativo – conclude Iemma -. Infine, credo che sia fondamentale arrivare all’istituzione di “Borse Sportive”: si tratta di strumenti essenziali per il sostentamento di Atleti di interesse Nazionale. Le “Borse Sportive” rappresenteranno un aiuto economico importante per i costi di preparazione che spesso Atleti e Società Sportive devono affrontare”.