Uno studio originale e innovativo è illustrato nel libro “La cattedrale di Gerace – L’impronta ottoniana tra Bizantini e Normanni nell’Italia meridionale” di Attilio M. Spanò (Gangemi editore), prestigiosa pubblicazione di valore storico, artistico e documentale promossa dal Gal Terre Locridee, nell’ambito dell’impegno per la valorizzazione culturale del territorio, in linea con il progetto “Locride2025”.
«La cattedrale di Gerace è uno dei monumenti più conosciuti e meno studiati della Calabria – si legge sulla quarta di copertina –. Al di là della sua evidenza materiale, la grande basilica è sempre stata considerata normanna e testimone di quella campagna costruttiva volta alla sostituzione dell’elemento bizantino con quello occidentale. Questo studio interviene, invece, direttamente sull’edificio, ne analizza la sua consistenza fisica, leggendola tra le pieghe delle stratificazioni storiche e architettoniche, esulando dalla precarietà delle fonti, prendendo le distanze da una storiografia spesso superficiale, per individuare la sua personalità e, necessariamente, la sua cultura di appartenenza. La monumentale cattedrale, così come si pone in antitesi all’architettura bizantina, allo stesso modo non ripete forme francesizzanti di origine normanna. Inoltre non si prefigge lo scopo di annientare e distruggere la realtà locrese-bizantina, che già dall’VIII secolo, permette lo sviluppo del castrum di Gerace, ma piuttosto la rispetta e la esalta, come testimone di una fede antica e di una profonda classicità. Da quanto emerge da questa ricerca, la cattedrale è da considerarsi come frutto della volontà politica e artistica degli Imperatori del Sacro Romano Impero, in particolare di Ottone II di Sassonia e dei suoi discendenti. La basilica, ripete le forme proprie della tipologia imperiale di Merseburg, configurandosi come la più meridionale delle grandi basiliche ottoniane di X secolo. La sua presenza a Gerace prima dell’arrivo dei Normanni, la identifica come un imprescindibile punto di riferimento per tutta l’architettura di Ruggero Gran Conte. Essa diventa, infatti, il modello dell’architettura normanna calabrese e siciliana della seconda metà dell’XI secolo, che muta le forme francesizzanti imposte da Roberto il Guiscardo, per una spinta classicheggiante di origine paleocristiana e di chiaro stampo imperiale».
Attilio Spanò, storico dell’Arte Medievale e Moderna, si occupa di ricerca storico-artistica, orientata verso le architetture medievali nel Meridione d’Italia, in collegamento con i grandi eventi artistici sia italiani che europei e ha all’attivo una serie di pubblicazioni sull’arte e sugli insediamenti francescani nella Calabria, dagli esordi fino ai Cappuccini.
Il volume si avvale della prefazione di Corrado Bozzoni e dei contributi di Fabio Capri, Aleksandra Vlaovic e Immacolata Aversa, con le presentazioni di Francesco Macrì, presidente Gal Terre Locridee, Guido Mignolli, direttore Gal Terre Locridee, e Salvatore Galluzzo, sindaco ff di Gerace.
Dopo l’anteprima a Roma, l’11 aprile 2024, la presentazione si terrà nella Sala degli Arazzi, a Gerace, sabato 20 aprile 2024.
Il libro è in prevendita nella sede del Gal Terre Locridee, Palazzo della Cultura, a Locri.