Nell’ambito delle attività programmate da Palazzo dei Bruzi per il Mese della Memoria, l’iniziativa promossa, per il terzo anno consecutivo, dall’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Franz Caruso in collaborazione con il Museo dei Brettii e degli Enotri, per non dimenticare la tragica esperienza dell’Olocausto e tutte le persecuzioni etniche, andrà in scena venerdì 16 febbraio, al Teatro “Rendano”, alle ore 20,30, lo spettacolo “Vuoti di memoria”, diretto da Max Mazzotta. Una serata organizzata da L’Altro Teatro, società guidata da Gianluigi Fabiano e Giuseppe Citrigno che dal 2013 cura la stagione di prosa del Teatro Rendano. L’allestimento è una produzione della compagnia “Libero Teatro”, diretta dallo stesso Max Mazzotta, regista e attore cosentino, allievo di Giorgio Strehler, formatosi alla scuola del Piccolo Teatro di Milano. Proprio a Milano debuttò con la sua compagnia, “Libero Teatro”, con lo spettacolo “Visioni di Galileo”, prodotto dal “Piccolo” e presente in cartellone dal 2006 al 2007. “Siamo particolarmente lieti di ospitare nel nostro teatro di tradizione – sottolinea il Sindaco Franz Caruso – la compagnia dell’attore e regista cosentino Max Mazzotta, con un lavoro teatrale che rappresenta uno dei punti di forza del programma del Mese della Memoria che l’Amministrazione comunale ha organizzato grazie all’apporto del gruppo di lavoro formato dall’Assessore alla Memoria e alla Cultura della legalità, Veronica Buffone, dalla Consigliera delegata alla Cultura, Antonietta Cozza e dalla Direttrice del Museo dei Brettii e degli Enotri Marilena Cerzoso. Avvertiamo sempre più l’esigenza di mantenere desta l’attenzione e i riflettori accesi, soprattutto per le nuove generazioni, non solo sulla Shoah, ma su ogni forma di discriminazione e dallo spettacolo di Max Mazzotta può venire un significativo contributo in questa direzione”.
“In “Vuoti di Memoria”, lo spettacolo di venerdì 16 febbraio al Rendano – si legge nelle note che anticipano la messa in scena – si tenta di aprire uno squarcio tra le catastrofi sociali, stermini, guerre, incompatibilità religiose, etniche, politiche e tutti gli orrori che la natura umana ha esibito nel corso dei millenni. Vi si raccontano, in maniera distaccata, due condizioni umane: quella della vittima e quella del carnefice, attraverso la storia-memoria dei popoli.
I fatti sono ispirati a chi ha vissuto in prima persona la barbarie in tutte le sue declinazioni, partendo dai luoghi di sterminio dove il gioco della Vittima e del Carnefice è perfettamente riconoscibile e inscindibile nei suoi elementi. Questi fatti, questa Memoria, è frammentata. Per arrivare alla verità è necessario attraversare un labirinto, per cui il racconto non sarà lineare e cronologico, ma carico di un oblìo che necessita uno sforzo di volontà per essere colmato. L’essere umano dimentica quella condizione disumana e violenta che subì da vittima e la dimentica quando sarà nella condizione di carnefice e viceversa! E’ un meccanismo della mente che necessita l’afflato del pensiero di chi vuole migliorare se stesso per essere superato.
I testi utilizzati sono “presi in prestito” da vari autori. Sicuramente il pubblico avrà modo di riconoscere alcuni personaggi Shakespeariani, poiché il sommo drammaturgo ha saputo raccontare meglio di tutti il lato “oscuro” della vittima e quello “nobile” del carnefice, ma avrà modo anche di ritrovare le parole di filosofi e pensatori dei secoli passati come Primo Levi, Elie Wiesel, Hermann Hesse, Friedrich Nietzsche, stralci di discorsi originali di Hitler e Mussolini. Ne viene fuori un testo teatrale potente e diretto, atto a scuotere l’animo dello spettatore. A interpretare le vittime e i carnefici, sono cinque attrici, cinque donne che rappresentano l’intera umanità: Francesca Gariano, Graziella Spadafora, Camilla Sorrentino, Noemi Guido e Claudia Rizzuti. Una scelta – questa – che esula dal genere, ma che vuole semplicemente aprire al concetto universale di essere umano. Le attrici in scena raccontano e vivono innanzi al pubblico le condizioni disumane dei vinti e dei vincitori, siano essi maschi o femmine”.
Lo spettacolo “Vuoti di memoria” sarà preceduto, sempre venerdì 16 febbraio, alle ore 18,00, nella Sala Quintieri del Teatro “Rendano” da un convegno sul tema “Frammenti di memoria”- Il linguaggio teatrale e cinematografico dopo la Shoah. Previsti i saluti istituzionali del Sindaco Franz Caruso e gli interventi del docente dell’Università della Calabria, Carlo Fanelli, del regista Max Mazzotta e della regista Dora Ricca. I lavori saranno moderati da Antonietta Cozza, consigliere delegata alla cultura del Sindaco Franz Caruso. Previsti alcuni intermezzi musicali del “Quartetto Nemes”: ad esibirsi saranno Francesco Sbarra, Elena Corapi, Carolina De Filippo e Chiara Belmonte del Conservatorio “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza.