di Giovanna Cusumano* – Nel mese dedicato all’Amore, la Calabria più giovane si è ritagliata il ruolo di protagonista nella denuncia delle molestie sessuali.
La ricorrenza degli innamorati, infatti, in Calabria è stata preceduta da un’indagine della Procura della Repubblica di Cosenza, nata per fare luce su una serie di presunti abusi e molestie sessuali messi in atto, secondo le denunce, da un docente ai danni di alcune studentesse del liceo scientifico del polo scolastico “Valentini-Majorana” di Castrolibero.
La coraggiosa reazione degli studenti di Castrolibero, che dal 3 febbraio occupano l’istituto, insieme a genitori e docenti, ha travolto l’atteggiamento omertoso di chi, da tempo, presumilmente sapeva ed ha vigliaccamente taciuto e rappresenta senza dubbio alcuno, la migliore testimonianza di una Calabria giovane che condanna ogni forma di violenza e omertà.
Gli studenti di Castrolibero hanno avuto anche il grande merito di aver favorito un clima di attenzione e convinta condanna di un fenomeno grave e di dimensioni che non vanno sottovalutate, soprattutto in riferimento al mondo femminile.
Il problema, infatti, è più esteso di quanto si possa pensare, tanto è vero che secondo un report pubblicato dal Women and Equalities Committee (Commissione istituita dal Parlamento UK al fine di monitorare l’uguaglianza sessuale, religiosa, di genere), ben oltre la metà delle donne britanniche ha dichiarato di aver subito molestie sessuali nell’ambito scolastico o dell’università.
Per quanto riguarda il nostro Paese, secondo una stima approssimativa, nelle sole scuole italiane, gli episodi di questo tipo raggiungono la percentuale “ragguardevole” del 15,3%.
Sono numeri allarmanti, che rimandano la fotografia di un luogo, la scuola, dove l’impunità della violenza dell’uomo troppo spesso viene garantita dall’omertà, che avvolge ancora oggi molti episodi.
Ecco, allora, che il clima di attenzione generato dai nostri Studenti assume una valenza straordinaria: l’asimmetria nei rapporti di potere tra docenti e studenti, dettata dal “rango” dei primi e dalla vulnerabilità dei secondi, viene legittimamente ribaltata, ogni qual volta il docente tradisce il suo ruolo, viola i suoi compiti di educatore incarnando modelli di comportamento deviati.
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Con l’occupazione dell’Istituto “Valentini-Majorana” di Castrolibero, gli studenti calabresi lanciano il messaggio chiaro che a nessuno è consentito di profanare la “sacralità” dell’Aula scolastica, depositaria, per antonomasia, di regole e valori etici e sociali. Ma, soprattutto, non è permesso proprio a coloro che sono deputati a promuovere l’osservanza di quelle regole e quei valori.
Ben poco incisiva, purtroppo, risulta la normativa vigente, posto che essa è “normalmente” protesa più a sanzionare che a contrastare episodi di abusi e molestie sessuali nelle scuole. Del pari, poco incisiva è l’adozione da parte delle scuole del “Codice di condotta contro le molestie sessuali”, nella misura in cui esso si limita a stigmatizzare comportamenti offensivi della dignità degli studenti e della loro libertà sessuale.
Serve, invece, individuare strumenti chiari ed incisivi che prevengano l’odioso fenomeno, prima che si giunga alla necessità di comminare sanzioni a qualche docente infedele e ciò proprio per l’importanza rivestita dalla credibilità dell’Istituzione scolastica, nel processo formativo di ogni individuo.
In questo senso, un concreto aiuto potrebbe arrivare dagli “Sportelli di Ascolto, di cui tutti gli Istituti scolastici DOVREBBERO dotarsi, per offrirebbe agli studenti la consulenza di un’operatrice esperta, pronta a rispondere a quesiti e fornire informazioni sulla delicata materia. Una sorta di “Consigliera di Fiducia” che, ancor prima di fornire assistenza, aiuti a decifrare comportamenti anomali, ritenuti sospetti e/o percepiti tali dagli studenti, al fine di valutare tempestivamente se essi siano connotabili come molestie sessuali.
*Avvocato, già presidente della CRPO e già vice coordinatore Osservatorio regionale sulla violenza di genere