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Reggio, traffico di armi ad Arghillà: indagato passa dal carcere ai domiciliari

Su richiesta del pm Chiara Greco, il gip Claudio Treglia nel mese di marzo aveva disposto un ordinanza di custodia cautelare in carcere per sette persone appartenenti alla comunità Rom di Arghillà che secondo le ipotesi accusatorie aveva un ruolo importante nell’approvvigionamento e nella distribuzione di armamenti illegali.

Gli arrestati, secondo quanto emerso, erano in grado di reperire e movimentare con estrema facilità un vasto arsenale, grazie a solidi legami con altre organizzazioni malavitose e a una fitta rete di complicità. Sequestrati, unitamente all’attività investigativa, decine di fucili e pistole, munizioni per armi automatiche e da guerra e anche panetti di tritolo con detonatori e componenti elettrici per ordigni esplosivi telecomandati.

A seguito dell’arresto è partito il processo con la formula del rito abbreviato a seguito di giudizio immediato.

Intanto in attesa dell’udienza conclusiva di primo grado lo studio legale Castorina Melara che assiste il signor BEVILACQUA DOMENICO MASSIMO classe 2003 ha richiesto ed ottenuto da parte del giudice Foti, nonostante il parere contrario del Pubblico Ministero la modifica della misura cautelare in atto atteso che vi è un’ attenuazione delle esigenze cautelari ed in ragione della natura della condotta e del ruolo che ha rivestito l’indagato nel procedimento.

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