«Eroe sì, ma solo se si paga la targa. Anche la memoria civile diventa una spesa del cittadino. A Reggio Calabria si è superato ogni limite: i familiari delle persone a cui si intitolano vie o piazze sono invitati a pagare targhe, pali e spese varie. E tutto questo, nonostante un regolamento comunale, approvato dal Consiglio comunale, vieti chiaramente questa prassi». Lo evidenzia il Consigliere comunale e Presidente della Commissione Controllo e Garanzia Massimo Ripepi che ha deciso di accendere i riflettori su una prassi, consolidata ma illegittima, portata avanti negli ultimi anni dall’Amministrazione comunale e che vede scaricare sui cittadini i costi delle intitolazioni pubbliche.
«Siamo di fronte a una situazione che presenta profili di estrema gravità istituzionale e politica. La vicenda delle intitolazioni di vie e piazze cittadine a spese dei familiari dei defunti, in palese violazione dell’articolo 30 del Regolamento comunale per la Toponomastica, non può passare sotto silenzio. Per questo motivo annuncio formalmente la convocazione di una seduta della Commissione Controllo e Garanzia, di cui sono Presidente, per chiedere chiarimenti urgenti e approfonditi su quanto sta accadendo».
«Il regolamento parla chiaro», continua Ripepi, «all’articolo 30 si legge che “la spesa per la toponomastica è a totale carico del Comune”. Eppure, in diversi casi documentati, sono stati i cittadini, i familiari dei defunti, a farsi carico delle spese per targhe, pali, pratiche e affissioni. Una scelta non solo inaccettabile ma anche in contrasto con la normativa vigente. In alcune circostanze è stato persino chiesto ai familiari degli intitolati di sostenere i costi, come nel caso della famiglia del vigile del fuoco Antonino Candido o del piazzale dedicato a Luigi Rende, trasformando il dolore in un ulteriore peso economico».
«La problematica relativa alla gestione delle targhe si sta, peraltro, manifestando proprio in questi giorni in cui ricorre l’anniversario della tragica morte del vigile del fuoco Antonino Candido (oggi, 5 novembre, ricorrono sei anni). », prosegue Ripepi, «In questa occasione, il Comando dei Vigili del Fuoco insieme alla famiglia celebrerà una messa con deposito di fiori nella via a lui intestata, ma ad oggi il Comune non ha ancora provveduto all’installazione della segnaletica né ha ufficializzato l’intitolazione. E dire che ogni anno veniva promesso che si sarebbe fatto. Una mancanza inaccettabile nei confronti di chi ha donato la propria vita al servizio della collettività.»
«Nella seduta della Commissione Controllo e Garanzia convocata per la prossima settimana, saranno ascoltati il Presidente della Commissione Toponomastica e i funzionari dell’Amministrazione comunale competenti, affinché venga chiarito in modo puntuale chi abbia autorizzato tali spese a carico dei cittadini, su quale base regolamentare si sia agito e se siano previsti rimborsi per le somme eventualmente versate in violazione della norma. »
«Non è ammissibile», incalza Ripepi, «che un’amministrazione ignori i propri regolamenti e costringa le famiglie a pagare per ricevere un riconoscimento pubblico, spesso postumo e legato a figure che hanno onorato la nostra città. La toponomastica non è un “favore” né un “privilegio per pochi”, ma un atto di memoria civile che va gestito con rispetto, dignità e in conformità alle regole. Soprattutto quando si parla di persone cadute per lo Stato, come Luigi Rende o Antonino Candido, il Comune avrebbe dovuto agire in modo opposto: con sensibilità, tempestività e senso delle istituzioni».
«Siamo preoccupati anche per le possibili conseguenze amministrative e legali: se questa prassi si è protratta nel tempo, il Comune potrebbe trovarsi esposto a richieste di rimborso o a contenziosi da parte dei cittadini. È necessario fermare immediatamente questo meccanismo opaco e ripristinare il pieno rispetto delle norme. La città non può tollerare una gestione delle regole “a discrezione”. Questa vicenda dimostra, ancora una volta, il livello di confusione, improvvisazione e sciatteria amministrativa che caratterizza l’Amministrazione Falcomatà», conclude Massimo Ripepi.
