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Ponte sullo Stretto, la Corte dei Conti deferisce la delibera Cipess alla Sezione Centrale

La Corte dei Conti ha deciso di deferire alla sua Sezione Centrale la valutazione della delibera Cipess che approva il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina. Nel documento si legge che, a seguito dell’esame del provvedimento, «non superati i dubbi di legittimità emersi», si ritiene opportuno sottoporre la questione all’organo collegiale. Il termine ultimo per la definizione del procedimento è fissato al 7 novembre 2025.

Tra le criticità evidenziate dalla Corte, permangono dubbi sui principi di derivazione eurounitaria, in particolare sulla concorrenza, a causa delle «significative modifiche intervenute nel progetto originario e alle nuove opere e varianti successivamente previste». Viene inoltre segnalata l’attenzione sulle modalità di finanziamento, inizialmente previste a capitale privato e oggi a carico delle finanze pubbliche. La Corte conclude che «si prospetta l’opportunità di deferire alla competente sede collegiale la valutazione della delibera Cipess n. 41/2025 e della sua conformità al quadro normativo di riferimento oltre che ai principi eurounitari».

Pietro Ciucci, amministratore delegato di Stretto di Messina, si è detto fiducioso sull’esito dell’esame: «Siamo fiduciosi sull’esito positivo dell’esame della Corte nella convinzione di aver operato nel pieno rispetto delle norme italiane ed europee». Ciucci ha precisato che tutti i nuovi approfondimenti richiesti saranno forniti nei tempi previsti, prima della seduta della Sezione Centrale fissata per il 29 ottobre, senza modificare il calendario della registrazione della delibera, confermata per il 7 novembre.

«La richiesta di deferimento della Corte dei Conti sulla delibera per il Ponte sullo Stretto richiede un chiarimento immediato da parte del governo. A questo punto non può intervenire Salvini, ma spetta alla Presidente del Consiglio». Così Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce di Ev. «Meloni ha scelto di seguire Salvini in una follia economica, finanziaria e progettuale, oltre che dannosa per l’ambiente».

Bonelli evidenzia i rilievi della Corte sui problemi economici e tecnici del progetto: «I flussi di traffico previsti, da 3 a oltre 13 milioni di veicoli l’anno, sono irrealistici». Per questo chiede alla premier di fermare il progetto e attendere le valutazioni dell’Unione Europea su gare e tutela ambientale.

«Con tagli al trasporto pubblico e alle metropolitane, destinare 15 miliardi a un’opera con criticità così gravi è un atto di irresponsabilità verso il Paese. Giorgia Meloni fermi il progetto».

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