«La situazione di stallo che si registra per il rinnovo degli organi degli Ambiti Territoriale di Caccia (ATC) della Provincia di Reggio Calabria risulta incomprensibile e penalizzante per il territorio reggino proprio in un momento così delicato per questa area territoriale dove si sono riscontrati casi di Peste Suina Africana (PSA)». Questo il pensiero di Confagricoltura e dell’Ente Produzione Selvaggina (EPS) della Calabria. Le due organizzazioni segnalano, come «nonostante la pronuncia del Consiglio di Stato con la quale circa due mesi addietro dava di fatto il via libera alla Città Metropolitana di Reggio Calabria di nominare i rappresentanti degli ATC RC 1 e RC 2, non si è proceduto a porre fine ai commissariamenti dei due ATC, RC1 e RC2».
«Ad oggi – proseguono le due organizzazioni – non sono ancora stati emanati, infatti, i decreti di nomina da parte della Città Metropolitana di Reggio Calabria, penalizzando fortemente le categorie che hanno da tempo segnalato i propri rappresentanti per la ricostituzione dei due importanti organismi di gestione degli ambiti territoriali di caccia». «La situazione della provincia di Reggio Calabria – evidenziano Alberto Statti e Serafino Nero, rispettivamente Presidente di Confagricoltura ed EPS Calabria – richiede una gestione degli ATC più ampia possibile con un Presidente e con un Comitato di gestione che siano in condizioni di affrontare la grave situazione che si è venuta a creare a seguito dell’emergenza PSA. Senza dimenticare i danni subiti dagli agricoltori alle colture e ancora da indennizzare». «Gli allevatori suinicoli della provincia – sottolineano Statti e Nero – sono messi in ginocchio dalla grave circostanza e non intravedono, se non dovesse mutare la situazione, una benché minima via di uscita da questa crisi, con il serio rischio di chiudere definitivamente l’attività».
«Ancora più preoccupanti, da quanto emerso dal convegno promosso dal Commissario dell’ATC RC 1 e tenutosi a Reggio Calabria il 24 febbraio scorso – denunciano i due presidenti – sono le parole espresse dal delegato alla Caccia della Città Metropolitana. Parole dalle quali si evince una sorta di scaricabarile di responsabilità con la Regione Calabria per il trasferimento dei fondi finalizzati al ristoro dei danni arrecati dalla selvaggina alle colture agrarie. Lo stallo che si registra penalizza sia il mondo agricolo che venatorio e mette a serio rischio il sistema allevatoriale dell’intero territorio reggino». «Confidiamo che almeno il Commissario Caputo, intervenuto al convegno – rilevano Statti e Nero – mantenga la promessa di intervenire economicamente a favore degli ATC per fronteggiare l’emergenza PSA in atto. A parere di Confagricoltura ed EPS Calabria è necessario che questi fondi vengano gestiti dai Comitati degli ATC nella piena funzione e non dai Commissari, che sono tra l’altro deputati a svolgere solo la normale attività amministrativa». «Confagricoltura ed EPS Calabria – sottolineano – si sono resi disponibili all’interno delle aziende ad utilizzare i mezzi messi a disposizione dal Commissario della PSA (cioè chiusini, altane e braccata) per ridurre la presenza del cinghiale nelle aree aziendali e quindi di conseguenza i danni da essi prodotti. Questa situazione emergenziale richiede la partecipazione di tutti i soggetti costituendi i Comitati degli ATC indicati dalla legge nazionale e regionale».
«Appare evidente – concludono i due rappresentanti di Confagricoltura e EPS Calabria – che non possono esistere nella stessa regione agricoltori e cacciatori di serie A e di serie B. Per questo riteniamo necessario che la Regione, in caso di ulteriore stallo, revochi le deleghe alla Caccia alla Città Metropolitana di Reggio Calabria».