“Servivano le piogge e la spazzatura che navigava perché alcuni vedessero finalmente Arghillà.
Il problema è che vederla finalmente non coincide necessariamente con quella onestà intellettuale che, perfino in politica, è necessaria per costruire e non dovere ogni volta ripartire da zero.
Con enormi difficoltà, nel silenzio totale del Consiglio comunale e della politica regionale e nazionale, abbiamo lottato – dal basso davvero e insieme alle realtà impegnate sul territorio – perché il Comune (ri)attivasse il tavolo congiunto per Arghillà.
Problemi storici, costruiti uno per uno da una ventennale politica miope e superficiale e incompetente, che hanno fatto di un quartiere un ghetto in cui vivere è impossibile. In cui l’illegalità – come in ogni ghetto – si nutre del disagio sociale e in cui l’immondizia è solo l’evidente segno concentrato di una città fuori controllo. Per vedere il bene che c’è bisogna rivolgersi esclusivamente agli operatori e alle operatrici delle tante realtà associative e di volontariato che lavorano stabilmente lì.
E ora che succede? Succede che gli impegni presi al tavolo sono stati disattesi, che non esiste allo stato attuale nessun reale intervento permanente di controllo-progetto-intervento sui rifiuti ad Arghillà. Che nessuna pulizia straordinaria potrà mai risolvere il problema, senza una reale e complessiva visione sul quartiere.
Sarebbe troppo lungo ribadire per filo e per segno problematiche e loro possibili soluzioni. Si faccia battaglia perché il Comune rispetti l’impegno al tavolo quindicinale su Arghillà (diventasse pure mensile, ma che vengano rispettati gli impegni!!!!). Vengano lì le parti politiche, non a ciarlare ma ad ascoltare!
Il Sindaco Brunetti lo riconvochi immediatamente e, davanti agli impegni presi e disattesi, si verifichi l’Amministrazione comunale tutta. Si verifichino lì le deleghe e le competenze. Lì, dove si concentrano le tante problematiche del territorio tutto.
Arghillà è un problema nazionale, deve esserlo, ma anche e soprattutto nella misura in cui vent’anni almeno di politica locale hanno costruito e alimentato un ghetto senza che i partiti si interessassero della sciatteria dei propri amministratori.
Chiediamo scusa alla cittadinanza residente ad Arghillà. Non c’è altro che chiedere scusa e vergognarsi profondamente. Altro che shock, si sia fedeli agli impegni. Sarebbe sufficiente”.