“L’esultanza di Occhiuto sul caso Sin di Crotone è l’ennesima operazione di mistificazione della realtà. Come già accaduto dopo la sua audizione in commissione ecomafie, il presidente dimissionario omette di ricordare che fu il governo Conte, a imporre ad Eni l’obbligo di smaltire fuori dalla Calabria tutti i rifiuti, pericolosi e non, delle discariche a mare del sito industriale ex Pertusola recependo il Provvedimento autorizzatorio unico regionale emanato dal Dipartimento Ambiente della Regione Calabria nell’agosto del 2019”. Così in una nota la deputata M5S Vittoria Baldino e l’ex deputata e coordinatrice provinciale M5S di Crotone Elisabetta Barbuto.
“Occhiuto – aggiunge – finge di dimenticare anche che questa prescrizione è stata messa in discussione nel 2024 dal suo stesso governo, ma soprattutto finge di dimenticare di avere concretamente offerto a Eni la possibilità di modificare il Pob 2, grazie alla modifica del piano regionale dei rifiuti calabrese – approvato dalla sua giunta il 12 marzo 2024. Un piano che, cancellando il riferimento al fattore di pressione ed introducendo criteri che permettevano di realizzare discariche di scopo all’interno dell’area di bonifica, Eni ha subito utilizzato (ancor prima che venisse pubblicato) trasmettendolo al ministero dopo appena tre giorni dall’approvazione per giustificare la successiva ed ennesima richiesta di variante del piano di bonifica fin ad allora respinta. E fin qui tutto sembrava andare come da copione e come preannunciato ripetutamente da Eni, salvo poi una brusca inversione di rotta in favore di una strenua difesa del Paur e della necessità che i rifiuti andassero fuori Regione, inversione di rotta di cui si meraviglia lo stesso sottosegretario al Mase, Vania Gava. Ma se veramente Occhiuto ci avesse tenuto e ci tenesse alla città di Crotone ed ancora la volesse affrancare da un futuro che la consacri come capitale dei rifiuti, non avrebbe autorizzato nel territorio della città pitagorica la realizzazione di un impianto di gassificazione da 25 tonnellate al giorno per trattare rifiuti organici pericolosi e non pericolosi e la realizzazione di un nuovo termovalorizzatore per gestire 65mila tonnellate di rifiuti industriali anche farmaceutici. Ciò a dimostrazione che l’opposizione al decreto è stata solo un po’ di fumo negli occhi di coloro che credono ad un reale interessamento per la città, una opposizione fine a sé stessa, ma senza una visione di largo respiro che liberi, una volta per sempre, Crotone da tutti i veleni e che impedisca l’arrivo di altri in sostituzione di quelli che se ne andranno. Alla luce di tutto questo, la sua soddisfazione sulla sentenza del Tar relativa al Sin di Crotone è colma di ipocrisia. Va ricordato inoltre anche e soprattutto il lavoro certosino del comitato crotonese “Fuori i veleni”, che a mani nude ha ricostruito, documento dopo documento, il disegno criminoso che si stava attuando in Calabria con il consenso di Occhiuto, del Ministero e di Eni. I calabresi meritano maggiore serietà e rispetto nei confronti di questioni che erodono il diritto alla salute”.