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Naufragio di Cutro, indagine sui soccorsi: i termini scadono il 29 maggio. Ancora un rinvio per il processo a carico dei presunti scafisti

Scadranno il 29 maggio prossimo i termini per chiudere l’indagine sui presunti ritardi nel soccorso al caicco Summer Love naufragato a Steccato di Cutro il 26 febbraio 2023.

Entro quella data il sostituto procuratore della Repubblica di Crotone Pasquale Festa dovrà depositare gli atti per la conclusione delle indagini a meno che non chieda una proroga. L’indagine al momento coinvolge sei persone in totale.

I reati ipotizzati sono omissione di atti d’ufficio, naufragio colposo e omicidio colposo.

Tre sono ufficiali e sottoufficiali della Guardia di finanza: il tenente colonnello Alberto Lippolis, comandante del Reparto operativo aeronavale di Vibo Valentia, il luogotenente Antonino Lopresti, dello stesso Roan, che era l’operatore di turno la notte in cui si verificò il naufragio, ed il colonnello Nicolino Vardaro, comandante del Gan di Taranto.

I loro nomi sono diventati pubblici quando il pm Pasquale Festa ha disposto, nel giugno del 2023, un decreto di perquisizione informatica nei confronti dei tre finanzieri. Con loro ci sono altre tre persone indagate i cui nomi sono coperti da omissis. Alla conclusione delle indagini manca ancora la perizia del consulente della Procura, l’ammiraglio Salvatore Carannante.

Intanto, l’udienza del processo a carico dei presunti scafisti del caicco ‘Summer Love’ è stato rinviata, in quanto i testimoni non si sono presentati ed il collegamento con la Germania non è stato fatto.

Il naufragio avvenuto il 26 febbraio 2023, ha causato la morte di 94 persone ed un numero imprecisato di dispersi.

Alla sbarra ci sono Sami Fuat, turco di 51 anni, Khalid Arslan, di 26 anni, e Ishaq Hassnan, di 23 anni, entrambi pakistani, tutti accusati di naufragio colposo, favoreggiamento all’immigrazione clandestina e morte in conseguenza di altro reato.

In apertura di udienza, il presidente del collegio Edoardo D’Ambrosio ha comunicato che il dipartimento di Polizia penitenziaria ha avuto notizia che tre superstiti del naufragio che dovevano testimoniare dalla Germania non si sono presentati e per questo non è stato attuato il videocollegamento. Si tratta di un nuovo stop del processo che già ha dovuto fare i conti con la mancanza di interpreti di lingua farsi e dari, parlate in Afganistan.

Anche per questo il pubblico ministero Pasquale Festa ha chiesto la sospensione dei termini di custodia cautelare per la complessità del dibattimento a causa di problemi di natura logistica. Termini che scadono a settembre. Richiesta che, però, è stata dichiarata inammissibile dal Tribunale in quanto, nell’udienza in corso, mancava un interprete di lingua turca per l’imputato Sami Fuat al quale, quindi, non poteva essere garantito in questa udienza il diritto alla difesa.

Il presidente D’Ambrosio ha consigliato al pm di reiterare la richiesta nelle prossime udienze. Il difensore dei due imputati pakistani, l’avvocato Salvatore Perri, ha chiesto di poter abbreviare i tempi del processo rinunciando alle testimonianze dei superstiti anche in considerazione del fatto che molti sono stati sentiti nel corso dell’incidente probatorio di un anno fa; in quello stesso periodo, ha detto l’avvocato, i superstiti che si trovavano ancora a Crotone “sono stati accompagnati all’estero in pompa magna dalle forze dell’ordine italiane quando era evidente che dovevano restare qui”.

L’udienza è stata aggiornata al 5 giugno alle ore 11 perché, ha spiegato D’Ambrosio, l’autorità tedesca ha riconvocato di sua iniziative per quella data i testimoni che, invece, il Tribunale Crotone non ha la possibilità di contattare.

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