“Nelle ultime settimane si stanno intensificando e moltiplicando le attività promozionali (convegni, dibattiti, trasmissioni televisive, articoli giornalistici, comitati) per la fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero e la costituzione della cosiddetta città unica.
Si tratta di vere e proprie azioni di marketing di tipo comunicativo e autoreferenziale che mirano, da un lato a sollecitare l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema, dall’altro a rendere visibile la presenza dei vari soggetti promotori di tali iniziative.
Non a caso, la maggior parte di questi stessi soggetti, quasi tutti cosentini a dire la verità, si muovono in direzione favorevole alla fusione per incorporazione, di annessione stiamo parlando, e mantengono alto il livello di vaghezza nell’affrontare l’argomento, che dal 27 giugno scorso non è più il principale per noi rendesi.
Come ben noto, il nostro comune è stato sciolto per infiltrazione mafiosa, la rappresentanza politica è stata azzerata e l’amministrazione affidata al commissariamento straordinario ai sensi di legge per diciotto mesi almeno.
Per l’appunto, confermando la nostra posizione già nota da più tempo per l’irricevibilità dell’impostazione impositiva nel metodo e nel merito, continuiamo a non capire e comprendere questa corsa ormai sfrenata per stare alla moda del momento se non per ragioni opportunistiche.
Nessuno, e sottolineiamo nessuno, allo stato attuale delle cose ci risulta abbia soddisfatto alcune semplici ma dirimenti questioni per convincerci della validità di una così importante decisione che caratterizzerà la vita pubblica di una collettività di oltre centodiecimila persone.
E’ ovvio il perché: non esiste infatti alcuno studio in grado di dimostrare la fattibilità e la sostenibilità di siffatta ipotesi sul piano tecnico e finanziario, di conseguenza non può essere elaborato un progetto per la realizzazione della stessa, i vari promotori non fanno altro che limitarsi ad annunciare in modo del tutto generico e quindi propagandistico opportunità, vantaggi, provvidenze, benefici, economie di scala, risparmi e investimenti al fine di giustificare la propria posizione e catturare il favore dei cittadini, rimane del tutto incerto il percorso istituzionale per garantire il rispetto dei dettami costituzionali e dei principi democratici in termini di espressione della volontà popolare e così manifestazione dal basso.
Tutti, e sottolineiamo tutti, rimandano al dopo qualsiasi risposta.
In estrema sintesi, anche su questo tema, pessimo è il servizio che si sta rendendo alle comunità amministrate, le quali invece dovrebbero essere partecipi, consapevoli e protagoniste del processo di unificazione tendente solo ed esclusivamente al miglioramento delle proprie condizioni di vita.
A questo quadro di certo non edificante, non possiamo non considerare le situazioni di contesto, ed in particolare Rende sciolta per mafia (nulla poi è dato sapere sulla chiusura della procedura di riequilibrio) e Cosenza finanziariamente fallita, sono questioni serissime queste ultime due che necessitano di essere affrontate e risolte prima di ogni altra iniziativa.
Nessuno, e sottolineiamo nessuno, può permettersi oggi di imporre una fusione a freddo ed al buio in un’area urbana che ha al contrario bisogno vitale di unità di intenti e tanta luce. Perseguendo invece la strada dell’ostinazione da potere l’unica certezza è di generare un mostro amministrativo difficilmente governabile e rimediabile.
Onestamente, poi, non si può sentire di negoziare su tutto perché il valore della vita e il diritto alla salute non sono negoziabili, in altre parole il nuovo ospedale non è merce di scambio.
Che l’esperienza del passato ci sia d’insegnamento per il presente ed il futuro, la città unica esiste già e non è né sana né bella”.
E’ quanto si legge in una nota congiunta di Rende per Rende (gruppo consiliare), Missione Rende, La Primavera di Rende, Rende l’Idea, RendeSì.