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Avs: “Piano di rientro dal deficit sanitario deve essere scorporato da bilancio regionale”

“Siamo pronti a fare una grande mobilitazione su tutto il territorio regionale. Apriremo delle vere e proprie vertenze e sfideremo il presidente Occhiuto su una questione fondamentale: il Piano di rientro dal deficit sanitario deve essere scorporato dal bilancio regionale e dalle risorse che provengono dallo Stato. Ed a tale scopo il nostro gruppo parlamentare presenterà una proposta di legge”. Lo ha detto il segretario regionale di Sinistra italiana, Ferdinando Pignataro, nel corso di una conferenza stampa a Lamezia Terme per illustrare le iniziative e le proposte di Alleanza Verdi Sinistra sulla situazione del settore sanitario in Calabria.

“Non ci soddisfa – ha aggiunto Pignataro – una situazione della sanità pubblica che é ormai comatosa, con un favoreggiamento nei confronti di quella privata che ormai avviene periodicamente e perennemente all’interno della nostra regione. Mi sembra assurdo tra l’altro che il percorso dell’autonomia differenziata continui e che il ministro Calderoli, in questi giorni, stia colloquiando e decidendo insieme alla Regioni del nord per una separazione ancora più netta. E questo nonostante la sentenza della Corte costituzionale. In Calabria si registrano situazioni drammatiche nelle Aziende sanitarie provinciali di Vibo e Crotone. C’è un’ingiustizia che ormai viene da lontano rispetto alla questione della ripartizione del fondo sanitario. Quella sanitaria è una vertenza che riguarda tutti i calabresi, una vertenza onnicomprensiva. Da parte del governo regionale c’é una narrazione fantasiosa che non risponde alla situazione reale. In Calabria si muore quotidianamente di sanità. Ci sono territori che sono abbandonati assolutamente a se stessi. Non solo Crotone e Vibo, ma crediamo che in tutta la Calabria gli assistiti stiano abbandonando la sanità a vantaggio del privato”.

Secondo Santo Gioffrè, ex commissario straordinario dell’Asp di Reggio, “non c’è volontà di uscire dal Piano di rientro e non bastano i 500 medici cubani per uscire dall’emergenza in cui si trova la sanità calabrese. Non si possono fare assunzioni e si vuole mantenere questo stato per fare le solite ruberie. La Calabria ha perso la capacità epidemiologica di controllare i cittadini. L’accordo con l’Emilia Romagna non serve a nulla e i prossimi anni si rischia il fallimento totale della nostra sanità”.

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