“Ridurre l’arretrato giudiziario, ammodernare un sistema vetusto, velocizzare i tempi della giustizia diminuendo la durata media dei procedimenti giudiziari. Sono solo alcuni degli impegni concordati in sede europea dall’Italia per il riassetto del sistema giustizia e per i quali sono stati previsti importanti finanziamenti nell’ambito del PNRR. Un sistema, quello italiano, che nel confronto internazionale vanta un primato di certo non invidiabile: la durata media di un procedimento civile nei tre gradi di giudizio è pari a poco meno di 6 anni a fronte dei circa 788 giorni dei Paesi aderenti all’OCSE.
Al fine di conseguire gli ambiziosi obiettivi del PNRR, in questi anni, il ministero della Giustizia ha assunto, a tempo determinato, circa 12mila lavoratrici e lavoratori, figure specialistiche e altamente qualificate che dal 2022 hanno garantito il funzionamento degli uffici giudiziari, da anni in sofferenza per le carenze di personale, ma soprattutto hanno fornito un apporto decisivo alla riforma della giustizia.
Si tratta di funzionari addetti all’ufficio per il processo che supportano l’attività giurisdizionale dei magistrati attraverso la predisposizione di bozze di sentenze e di provvedimenti garantendo tempi di risposta più rapidi alle esigenze di giustizia di ogni cittadino. A causa delle carenze di organici, gli stessi assicurano anche lo svolgimento delle udienze svolgendo compiti tipici del personale di cancelleria. A questi si aggiungono gli operatori data entry, i tecnici di amministrazione e tutte le altre figure tecniche che hanno contribuito, indiscutibilmente, all’informatizzazione dei procedimenti e alla semplificazione del lavoro all’interno degli uffici giudiziari.
In Calabria, i precari Pnrr della giustizia, sono circa 850 e i risultati raggiunti non ammettono repliche. Secondo i dati del Ministero della giustizia, nei distretti giudiziari di Catanzaro e Reggio Calabria, la diminuzione delle pendenze è più che ragguardevole:
• -27,40% (civile) e -18,90% (penale) nei Tribunali del distretto di Catanzaro;
• -31,90% (civile) e -50,80% (penale) nei Tribunali del distretto di Reggio Calabria;
• -28,50% (civile) e -33,90% (penale) nella Corte d’Appello di Reggio Calabria.
• -12,10% (penale) nella Corte d’Appello di Catanzaro.
Significativa anche la variazione del disposition time, l’indicatore che misura il tempo medio di definizione dei processi confrontando i procedimenti pendenti e i definiti:
• -30,10% (civile) e -25,10% (penale) nei Tribunali del distretto di Catanzaro;
• -34,10% (civile) e -41% (penale) nei Tribunali del distretto di Reggio Calabria;
• -17,40% (civile) e -69,60% (penale) nella Corte d’Appello di Reggio Calabria.
• -24,8% (penale) nella Corte d’Appello di Catanzaro.
Per quanto riguarda la digitalizzazione dei fascicoli, al 30 giugno 2025, risultano 7.179.284 fascicoli computabili ai fini del raggiungimento del target finale, a livello nazionale, che prevede la digitalizzazione di 7.750.000 fascicoli giudiziari.
Ebbene, nonostante gli evidenti risultati ottenuti, su 12 mila precari Pnrr solo la metà saranno stabilizzati. Un paradosso, alla luce anche di una scopertura di organico negli uffici giudiziari di 15mila unità destinata ad aumentare considerata l’età media del personale di ruolo.
A rendere ancora più insensata la situazione, un nuovo ordinamento professionale del ministero della Giustizia che implicitamente pone fine alla virtuosa esperienza dell’ufficio per il processo escludendo dalle famiglie professionali le figure introdotte con i finanziamenti europei. Un’assenza che equivale ad una ingiustizia per le lavoratrici e per i lavoratori alla luce delle specificità e delle competenze dimostrate e che dovrebbero rappresentare un investimento per la modernizzazione dello Stato. Mentre gli impegni con l’Europa prevedono di dare continuità ad un percorso di riforma che nei fatti ha dimostrato tutta la sua efficacia e mentre l’Italia ottiene i finanziamenti del Pnrr grazie al contributo e alla dedizione delle lavoratrici e dei lavoratori, lo Stato, ora, volta le spalle a loro e alle loro famiglie.
Come se ciò non bastasse, nei mesi scorsi lo stesso Ministero della Giustizia ha bandito delle procedure concorsuali che di fatto rappresentano, per alcuni, un demansionamento indiretto di professionalità sulle quali, invece, si sarebbe dovuto investire e, per altri, un’ingiustizia, non prevedendo meccanismi per valorizzare il contributo fino ad oggi apportato ad un intero sistema.
Ben venga l’intento di incrementare le piante organiche della pubblica amministrazione, ma non si faccia l’errore di risparmiare su chi ha già maturato e dimostrato competenze che andrebbero invece consolidate. Si tratta di professionisti con elevata cultura giuridica per esperienza professionale pregressa e per percorsi di formazione ad altissimi livelli.
I precari Pnrr della giustizia rivendicano, e meritano, chiarezza sul loro futuro lavorativo, anche alla luce delle dichiarazioni che si sono susseguite negli ultimi mesi da parte di esponenti politici.
Il gioco al ribasso al quale stiamo assistendo è l’ennesima beffa per l’intera categoria: da un lato si attende di capire quanti, pur di avere una certezza lavorativa, lasceranno questa amministrazione perché vincitori di altri concorsi e, dall’altro, si continua a discutere di criteri selettivi con i quali dovranno essere individuate le 6 mila unità da stabilizzare.
Piuttosto, si intraprenda con serietà e responsabilità un percorso con il quale venga formalizzato un piano concreto, e dalle tempistiche certe, che garantisca una continuità lavorativa a chi, in questi anni, ha contribuito a ridare credibilità al nostro Paese. Non sono più accettabili delle intenzioni comunicate in sede di interlocuzione politica che puntualmente vengono smentite da provvedimenti ufficiali, da ultimo il disegno di legge in materia di bilancio.
È un atto dovuto nei confronti di 12 mila lavoratrici e lavoratori, nei confronti di chi in Calabria ha fatto ritorno e ha deciso di mettere a disposizione del sistema Paese le proprie competenze e capacità, nei confronti di chi in Calabria ha deciso di rimanere e di costruire un futuro lavorativo e familiare”.
Così in una nota:
La Segretaria generale FPCGIL Calabria Alessandra Baldari
Il Coordinatore regionale FP CGIL Ministero Giustizia Sergio Rotella
Il coordinatore regionale FP CGIL dei precari Pnrr giustizia Agostino Nicolò.
