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Di Giacomo (S.PP.): “Al fratello del Garante dei Detenuti è stato vietato di partecipare al funerale del congiunto”

“Il fratello del Garante dei Detenuti Maurizio D’Ettore, morto il 22 agosto, non è stato autorizzato a
partecipare al funerale del congiunto perché detenuto, anche se finirà di scontare la pena solo tra un
paio di mesi. A Chico Forti, condannato per omicidio negli Stati Uniti e accolto come una star al
ritorno in Italia, è stato invece permesso, in tempi record, di lasciare il carcere per incontrare la
madre. Siamo al più classico dei casi della giustizia “a due pesi e due misure”. Così Aldo Di Giacomo,
segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria, che aggiunge: “quando ho sollevato la
questione della corsia privilegiata per Forti e che ha davvero pochi precedenti nel nostro Paese più
di qualcuno ha storto il naso imputandomi che ce l’avessi con lui o magari con chi lo ha accolto in
aeroporto al rientro. Mi aspetto adesso almeno qualche giustificazione per spiegare come mai a
Pasquale D’Ettore è stato invece negato di essere presente in una circostanza di grave dolore
familiare e per giunta, ripeto, sapendo che ad ottobre tornerà in libertà.
Non è in alcun modo giustificabile – aggiunge – un sistema giudiziario “a due pesi e due misure”
perché introduce innanzitutto sfiducia nel personale penitenziario al quale lo Stato chiede il
massimo rispetto del regolamento penitenziario sino a pagarne direttamente, come riprova l’alto
numero – 250 – di provvedimenti disciplinari, mentre si allargano le “maglie” per detenuti con
condanne per reati gravi. Accade, invece, come abbiamo denunciato, che un ottantenne, già agli
arresti domiciliari, è tornato in carcere a Santa Maria Capua Vetere per scontare una pena residua.
Purtroppo non è l’unico caso. Al 2023 i detenuti in carcere con 70 anni e più sono 1208 (di cui 38
donne), e alcune decine i detenuti over 80 anni.
Non può essere questo il sistema giudiziario di un Paese civile e democratico mentre – dice Di
Giacomo – al personale penitenziario è chiesto di fare il proprio dovere a costo di rischiare
l’incolumità personale”.

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