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Blitz del Ros in Calabria, indagini anche in Germania: la cosca crotonese si serviva di hacker tedeschi

Si è sviluppata anche nell’ambito di una squadra investigativa comune tra la Procura di Catanzaro e la Procura tedesca di Stoccarda l’inchiesta del Ros, che stamattina ha portato a numerosi arresti in provincia di Crotone.

La collaborazione italo-tedesca ha consentito di svolgere, contemporaneamente ed in collegamento, le indagini nei due Paesi, con acquisizione in tempo reale degli elementi indiziari risultanti nelle distinte attività investigative.

Eurojust, attraverso il componente nazionale italiano, ha garantito un costante raccordo operativo con l’Autorità giudiziaria straniera coinvolta, oltre che mediante la costituzione della squadra investigativa comune, anche attraverso numerose riunioni di coordinamento internazionale. Grazie alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, alle analisi delle segnalazioni della Banca d’Italia e alle indagini svolte in Germania, l’attività investigativa avviata nel 2018 dal Ros è stata incentrata sulla ricostruzione degli assetti, dei rapporti politico-imprenditoriali e delle dinamiche criminali della locale di Papanice al cui vertice si pone la famiglia Megna.

I pm guidati dal procuratore Nicola Gratteri hanno ricostruito gli interessi illeciti degli esponenti della cosca crotonese nei settori immobiliare, della ristorazione, del commercio di prodotti ortofrutticoli e di bestiame, dei servizi di vigilanza, security e del gaming attraverso l’imposizione di videopoker alle sale scommesse e la loro gestione tramite prestanomi. I tentacoli dei Megna hanno interessato le province di Parma, Milano e Verona dove erano stabilmente attivi sodali e imprenditori operanti nel settore dell’autotrasporto, della ristorazione e del movimento terra.

Ai domiciliari è finito l’imprenditore austriaco Josef Wieser, di 59 anni, che grazie alla ‘Ndrangheta avrebbe ottenuto la creazione di una rete di produzione per la commercializzazione di prodotti ortofrutticoli, approfittando della capacità economica della cosca di offrire coltivazioni estese e attrezzature, messe a disposizione sul territorio, in condizioni di mercato largamente favorevoli.

I pm hanno accertato, inoltre, che la cosca avvalendosi del supporto di hacker tedeschi, sarebbe riuscita a compiere operazioni bancarie e finanziarie fraudolente sia operando su piattaforme di trading clandestine, sia svuotando conti correnti esteri bloccati o creati ad hoc utilizzando carte di credito estere e alterando il funzionamento del pos.

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