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Concluso il Corso di Alta Formazione del Centro Antiviolenza “Angela Morabito” di Reggio Calabria

Nell’ambito della proposta progettuale denominata “ Cav A. Morabito – Modelli culturali di genere”- DDG N. 14605 del 13.10.2023, finanziata dalla Regione Calabria, nel pomeriggio di ieri 31 ottobre con la magistrale relazione della dott.ssa Rosa Barone si è concluso il Corso di alta formazione dal titolo “La violenza di genere come sfida sociale globale: un fenomeno da leggere al caleidoscopio“, organizzato dall’Associazione Piccola Opera Papa Giovanni ente gestore del Centro Antiviolenza e della Casa Rifugio “Angela Morabito”.

Tale percorso inizato lo scorso 16 maggio, strutturato in moduli di area sociale, psicologica, sociologica e giuridica, ha previsto n° 16 lezioni per un totale di 64 ore con approfodimenti laboratoriali sui temi trattati condotti da esperti di ampia specializzazione e di levatura nazionale sui vari aspetti del fenomeno della violenza di genere.

Il corso è stato patrocinato da: Osservatorio Regionale sulla violenza di genere, Commissione Regionale Pari Opportunità, UNIDA, Consigliera di Parità Città Metropolitana RC, Ordine Psicologi Calabria, ONDIF RC,  Ordine Assistenti Sociali Calabria ed Ordine Avvocati RC, questi ultimi due per l’alta valenza riconosciuta  ne hanno attribuito  anche i crediti formativi e deontologici.  L’evento si  svolto per una prima parte presso l’Università per Stranieri Dante Alighieri di RC e nella successiva a Palazzo Alvaro, sede della Città Metropolitana.

Alla luce della consapevolezza che la violenza contro le donne e i minori sia un fenomeno multidimensionale e necessiti, per un’adeguata ed efficace presa in carico, di una adeguata formazione e di una modalità organizzativa competente che metta in primo piano il lavoro di rete e la sua specifica ed integrata modalità di intervento, hanno partecipato n° 71 professionisti con profili diversificati: assistenti sociali, avvocate, forze dell’ordine, polizia metropolitana, insegnanti, psicologhe, educatrici, operatrici SAI e dei servizi antidiscriminazione. Per aiutare in modo concreto le donne e rendere efficace una rete antiviolenza c’è bisogno di adottare un linguaggio comune tra tutti gli attori che ne entrano a far pare; questo linguaggio deve esssere comprensibile a tutti e rimandare a letture comuni con cui identificare la violenza in maniera inequivocabile.

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