Domenica 12 maggio, alle ore 18, presso il Circolo Samarcanda di Via Emilio Cuzzocrea 11 a Reggio Calabria, il prof. Domenico Rosaci terrà la conferenza: “Pablo Neruda, il poeta che nasce dalla pace”.
Lo chiamarono il poeta-pittore, per quella sua eccezionale capacità di dipingere la realtà con i suoi versi.
Pablo Neruda è stato uno dei maggiori esponenti della letteratura latino-americana di tutti i tempi, uno dei maggiori poeti del Novecento.
Malgrado la lucida consapevolezza circa la meschinità e la brutalità della società umana, Neruda non smise mai di raccontare l’amore, in quel modo intimo e delicato che solo lui conosceva, convinto che soltanto l’amore e la poesia possano donare all’uomo la pace.
«La poesia è sempre un atto di pace. Il poeta nasce dalla pace come il pane nasce dalla farina», egli scriveva.
Ma il poeta, secondo Neruda, non deve solo contemplare la pace ed evocarla nel verso, ma ha il dovere di impegnarsi attivamente a realizzarla.
Questa sua grande sensibilità verso i problemi della società umana lo spinsero quindi a impegnarsi anche nella politica, militando nel Partito Comunista, e durante la svolta autoritaria del regime di Videla la sua ferma opposizione alla condotta repressiva del Presidente gli costò l’esilio.
Pablo Neruda morì il 23 settembre 1973, in oscure circostanze mai chiarite, dodici giorni dopo il colpo di stato del generale Augusto Pinochet contro il presidente socialista Salvador Allende, grande amico di Neruda
Pablo Neruda è stato uno dei maggiori esponenti della letteratura latino-americana di tutti i tempi, uno dei maggiori poeti del Novecento.
Malgrado la lucida consapevolezza circa la meschinità e la brutalità della società umana, Neruda non smise mai di raccontare l’amore, in quel modo intimo e delicato che solo lui conosceva, convinto che soltanto l’amore e la poesia possano donare all’uomo la pace.
«La poesia è sempre un atto di pace. Il poeta nasce dalla pace come il pane nasce dalla farina», egli scriveva.
Ma il poeta, secondo Neruda, non deve solo contemplare la pace ed evocarla nel verso, ma ha il dovere di impegnarsi attivamente a realizzarla.
Questa sua grande sensibilità verso i problemi della società umana lo spinsero quindi a impegnarsi anche nella politica, militando nel Partito Comunista, e durante la svolta autoritaria del regime di Videla la sua ferma opposizione alla condotta repressiva del Presidente gli costò l’esilio.
Pablo Neruda morì il 23 settembre 1973, in oscure circostanze mai chiarite, dodici giorni dopo il colpo di stato del generale Augusto Pinochet contro il presidente socialista Salvador Allende, grande amico di Neruda