Quello all’Istituto Tecnico Economico “Grimaldi-Pacioli” di Catanzaro non è stato solo un incontro di presentazione della convenzione siglata con l’Anmil (Associazione nazionale Mutilati e Invalidi sul Lavoro) per dare seguito ad un’attività di alternanza scuola-lavoro, ma è stato un confronto a tutto tondo sul tema della sicurezza. Anzi, sulla cultura della sicurezza, perché, come ha avuto modo di chiarire la dirigente scolastica Cristina Lupia nella sua veste di “padrona di casa”, far proprie le regole sulla sicurezza nel mondo del lavoro va ben oltre il valore curriculare e formativo dell’iniziativa. Gli studenti delle terze classi ai quali il progetto è rivolto, coordinati dal docente nonché referente del progetto Gaetano Mancuso, hanno dimostrato con le loro domande – gli studenti del Pacioli erano collegati online – di avere già un’idea ben chiara della sicurezza che riguarda un po’ tutti, come ha riguardato del resto tante giovani vite spezzate al quale hanno voluto dedicare il video iniziale da loro realizzato.
E Luigi Cuomo e Francesco Costantino, in rappresentanza dell’Anmil in qualità di consigliere nazionale il primo, e di presidente nazionale della Fondazione “Sosteniamoli subito” in seno all’Anmil il secondo (affiancati da Benedetta Garofalo del CSV Calabria Centro che ha moderato l’incontro), non si sono sottratti a dare risposta in modo celere e diretto alle loro puntuali osservazioni, rivolgendosi agli studenti come ai futuri lavoratori e ai datori di lavoro che devono avere ben chiari i loro diritti e le norme da osservare in materia di sicurezza. Il testo unico sulla sicurezza 81/08 definisce in maniera netta diritti e doveri, ma non può nulla, infatti, contro l’insana pratica di molte imprese italiane a far prevalere i ritmi della produttività su quelli dell’umanità. I numeri, d’altronde, parlano chiaro: solo in Calabria le denunce presentate all’Inail sono state 7745, con un aumento che si attesta al 37,6% rispetto all’anno precedente.
In aumento anche i casi mortali (da 15 sono passati a 25) e gli infortuni nelle fasce di età più giovani (1680 sotto i 14 anni di età, 1273 nella fascia 15-19 anni). Anche i giovanissimi, quindi, che si approcciano al mondo del lavoro già a partire dagli anni della scuola, devono avere conoscenza dei propri diritti e pretendere di lavorare in un ambiente sicuro: nei prossimi mesi alcuni di loro, per un totale di 150 ore in tre anni, svolgeranno pratiche amministrative legate al CAF all’interno dell’Anmil, ma sono già consapevoli del fatto che anche star davanti ad un computer richiede l’osservanza di alcuni comportamenti posturali che, se non eseguiti correttamente, portano inevitabilmente a danni all’apparato muscolo-scheletrico. Esistono, poi, alcune “varianti” da considerare in caso di infortunio, entrambe legate alla fatalità o all’eccessiva sicurezza, specie per chi svolge un’attività lavorativa caratterizzata dalla ripetitività o ad alto rischio.
Gli stessi Cuomo e Costantino si sono avvicinati all’Anmil a seguito di un incidente subìto sul posto di lavoro, e sono state proprie le loro testimonianze, raccontate con estrema naturalezza, a colpire maggiormente l’attenzione degli studenti e dei loro professori. Il racconto di Francesco Costantino, in particolare, e della menomazione che gli ha sconvolto la vita in pochi secondi alla fine del turno di lavoro, ha lasciato gli studenti visibilmente commossi e consci del fatto che basta davvero poco per sconvolgere o addirittura perdere la propria vita. A sostegno di quanti rimangono vittime o invalidi nell’esecuzione del lavoro e delle loro famiglie è sorta la fondazione “Sosteniamoli subito”, che interviene nell’immediatezza per dare supporto economico, così come l’Inail.
Ma occorre far leva sull’informazione per intervenire ancor prima che l’incidente accada: solo con una presa di coscienza forte da parte dei lavoratori, infatti, si può arrivare a pretendere un lavoro in sicurezza come un diritto sacrosanto, che non si ottiene solo per volontà di qualcuno.