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“Operazione Speciale Sila. L’arte oltre l’ipocrisia”, dal 22 agosto via alla mostra

Pramantha Arte contemporary art gallery è orgogliosa di annunciare l’apertura di un nuovo e ricco evento espositivo dal titolo Operazione Speciale Sila. L’arte oltre l’ipocrisia. La mostra ha come oggetto l’intervento militare dell’esercito russo in Ucraina denominato “Operazione speciale”, evento che ha rivelato agli occhi dell’opinione pubblica mondiale la pregnanza geopolitica della guerra civile che dal 2014 interessa il popolo ucraino.
Curata da Antonio Bruno Umberto ColosimoMaria Rosaria Gallo e Elvia Politi (giornalista di Saker Italia da cui è partito lo stimolo per l’iniziativa), «la mostra – spiegano i curatori – ha carattere internazionale e presenta il lavoro di 16 autori tra giornalisti, fotografi, pittori, grafici e scultori russi, italiani ed europei. Ha un taglio artistico e documentario. Nasce dall’esigenza di contrastare una narrazione giornalistica confusionaria e astorica sulle vicende militari nella regione del Donbass, dalla volontà di rigettare ogni forma di distorsione e discriminazione che facciano leva sull’odio politico e culturale tra i popoli e tra le persone, e dalla necessità di non abdicare alla responsabilità di comprendere la realtà, di decidere e di scegliere. Soprattutto perché – come scrive Giorgio Bianchi nel reportage Teatri di guerra contemporanei – l’Ucraina è una tragedia enorme e un allarme per tutti gli uomini, abituati a credere che la pace, il benessere e la convivenza siano per sempre».
«La sezione documentaria dell’esposizione ricostruisce la storia della guerra in Ucraina a partire dagli scontri di Euromaidan sul finire del 2013, con il conseguente colpo di stato del 2014, i successivi 8 anni di violenza e massacri subiti dalla popolazione russofona del Donbass, fino ad oggi. La documentazione degli eventi è tratta dal lavoro sul campo di tre giornalisti fotografi: Giorgio Bianchi (Italia) che segue le vicende ucraine fin dal 2013 con un primo approdo a Kiev proprio il 18 febbraio 2014; Vittorio Nicola Rangeloni (Italia) che vive in Donbass dal 2015 per raccontare la guerra nel cuore dell’Europa e il cui prezioso lavoro è racchiuso nel libro Donbass. Le mie cronache di guerra; Sonja van den Ende (Paesi Bassi) corrispondente di guerra che dal 12 Marzo di quest’anno segue l’esercito russo nelle operazioni di liberazione».
«La sezione artistica – continuano i curatori –  presenta le opere di sei autori russi, quattro italiani, una bielorussa, una greca e una turca accomunati, nella contingenza, da un sentimento di disagio morale ed intellettuale rispetto al dramma degli eventi in corso e, soprattutto, rispetto alla campagna di denigrazione politica, culturale e sociale operata dai governi occidentali a scapito di una grande cultura e di un grande popolo come quelli russi. Opere di pittura, scultura, fotografia, disegno, grafica e installazione metteranno in scena una costellazione di valori, racconti, tradizioni, simboli, visioni, percezioni e richiami potenzialmente capace di orientare il visitatore nell’oscurantismo dominante. Il viaggio è garantito anche da un punto di vista estetico con una ricchezza interpretativa di temi, soggetti e linguaggi ispirati alla storia e alla cultura politica e spirituale russa, che spazia a livello figurativo dalle azioni militari odierne alla vita lavorativa, dalla monumentalità patriottica al paesaggio, dalla spiritualità popolare alla bellezza poetica delle tradizioni e dell’esistenza umana con le opere dei russi Denis DanscinAlexander DolosovDaria DyomkinaSvetlana BoikoArtista anonimoIlya Pozharov, degli italiani Federica Vasselli e Francesco Fumagalli, della greca Eftichia Tzanetoulakou e della turca Ella Manhattan; mentre a livello concettuale con le opere della bielorussa Vasilisa Gherasimovskaja e degli italiani Flavia Mastrella e Giovanni Talarico, la denuncia e lo sconcerto mirano e decodificare la costruzione mediatica della realtà e del potere, a smascherarne le condizioni strutturali, ad auspicarne un urgente quanto necessario oltrepassamento».
«Operazione Speciale Sila. L’arte oltre l’ipocrisia – spiega il Presidente dell’Associazione Pramantha Antonio Bruno Umberto Colosimo – è innanzitutto il nostro modo di reagire a ciò che avvertiamo   fisicamente, moralmente e intellettualmente come intollerabile: la trasfigurazione della realtà. Condannati dall’eredità magno-greca ad intendere la vita umana come tale solo se votata alla ricerca della verità, non possiamo sottrarci allo sforzo necessario per respingere la barbarie di una propaganda guerrafondaia e distorsiva (che riscrive la storia falsandone gli eventi, che deforma i tratti di un popolo storicamente fratello per crearne un nemico da abbattere, che giunge indegnamente e sfrontatamente alla condanna e al divieto della manifestazione stessa della sua secolare cultura, fonte di studio, conoscenza, pensiero e ispirazione per l’umanità intera) e per sovvertire questa stessa barbarie attraverso l’arte, creando un momento di aggregazione, riflessione, confronto e fratellanza tra persone e simbolicamente tra popoli. E qui si fa magicamente complice la parola Sila: il toponimo del fiero altopiano calabrese in cui viviamo e operiamo, derivante dalla parola latina selva, foresta, incontra la parola russa di origine indoeuropea Сила con un significato molteplice di legame, connessione, forza, forza naturale, forza meccanica, forza ancestrale,  potenza, coscienza, sforzo. Una parola che ha accompagnato l’operazione militare speciale nei comunicati dei soldati ceceni con l’obiettivo della denazificazione».
«Viviamo innegabilmente un periodo di forte emergenza – continua la curatrice Maria Rosaria Gallo – che richiede una “operazione speciale” che possa ristabilire il senso umano della convivenza civile; che possa rimettere al centro degli obiettivi condivisi l’uguaglianza, la libertà e la giustizia tra gli uomini. Si tratta di una emergenza democratica e umanistica. Le società occidentali vivono ormai nella doppiezza e nello scollamento tra realtà e potere. La logica dell’Imperialismo di fine ‘800 continua a condizionare e governare i rapporti tra i popoli. Intellettuali, politici e giornalisti si adeguano ad una narrazione di parte che dipinge anacronisticamente e manicheisticamente il mondo in una lotta all’ultimo sangue tra il bene e il male. Prendiamo le distanze da questa povertà mentale astorica e ascientifica, e confidiamo nell’arte, o meglio, nell’arte libera delle persone che soffrono l’ipocrisia, venefico vivaio del conformismo. Occorre un’operazione speciale, in sostanza, che nel nostro paese tanto speciale non è: basta leggere e applicare la Costituzione italiana».
La mostra sarà inaugurata in Calabria, il prossimo Lunedì 22 Agosto ore 10.30 presso Agriturismo Uzzano di Motta S. Lucia (CZ), resterà aperta al pubblico fino al prossimo 28 agosto, visitabile tutti i giorni dalle ore 10.30 alle ore 12.30 e dalle ore 17.30 alle ore 19.30.
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