Il lungomare Falcomatà di Reggio Calabria ha fatto da cornice, oggi, ad una nuova tappa de l’Italian Cleaning Tour Ict di Ambiente Mare Italia, in collaborazione con la Guardia costiera Direzione marittima della Calabria e Basilicata Tirrenica e grazie al patrocinio del Comune di Reggio Calabria.
L’iniziativa di sensibilizzazione ambientale, coadiuvata dalla Teknoservice che ha fornito tutto il materiale necessario alla raccolta, ha registrato la presenza di oltre cento giovani studenti dell’Istituto comprensivo De Amicis-Bolani, accompagnati da propri insegnanti.
La mattinata trascorsa tra la spiaggia e la passeggiata bassa del lungomare e’ servita per una raccolta straordinaria di rifiuti, circa 200 kg, successivamente differenziati.
In rappresentanza del Comune di Reggio Calabria erano presenti il presidente del Consiglio comunale Enzo Marra, il consigliere delegato al decoro urbano Massimilano Merenda e le consigliere comunali Nancy Iachino, Angela Marcia, per la Capitaneria di porto era presente il Sottotenente di vascello Federico Nalli.
I piccoli studenti sono stati coadiuvati anche dalle associazioni Fare Eco, Pgs Reggio Calabria, Asd Aspromonte Trails Aics Coordinamento associativo Reggio Athena.
“Come promesso siamo ritornati a Reggio Calabria e questa volta lo abbiamo fatto attivamente con una tappa del nostro progetto di intervento ambientale”, commenta il presidente nazionale di Ambiente Mare Italia AMI Alessandro Botti. “La plastica- aggiunge- nonostante la sensibilizzazione ambientale e la risposta positiva dei cittadini nell’uso delle buone pratiche, continua ad essere in cima alla lista dei rifiuti che insieme ai nostri volontari troviamo sulle spiagge e nei parchi cittadini”.
“Nel corso delle tappe di Italian Cleaning Tour- evidenzia il presidente nazionale di Ambiente Mare Italia AMI Alessandro Botti- abbiamo già raccolto circa 2 tonnellate di plastica e di altri rifiuti inquinanti. Ma il valore di ICT è soprattutto nel vedere l’impegno e la crescita di tutti i giovani che partecipano alle tappe del progetto”.
“Il nostro mare ha bisogno di essere tutelato- commenta Francesca Rogolino, referente di Ambiente Mare Italia-AMI Reggio Calabria- ringrazio gli insegnanti, il Dirigente scolastico della scuola De Amicis Bolani e soprattutto i tanti giovani che oggi hanno preso parte alla nostra giornata di intervento ambientale Ringrazio la Capitaneria di Porto e il Comune di Reggio Calabria che si è subito mostrato aperto alle nostre proposte e iniziative di tutela ambientale”.
L’evento di beach clean up rientra nel progetto di intervento ambientale Italian Cleaning Tour, ICT, il giro di Italia di AMI realizzato grazie al contributo della rappresentanza in Italia della Commissione europea.
“Sono molto contento che anche qui a Reggio Calabria- conclude Botti- ci siano stati tanti Colibrì impegnati sulla spiaggia. I Colibrì sono i nostri giovani che, come recita l’antica favola africana, fanno la loro parte nella difesa del loro Pianeta”. a plastica, ricorda AMI, continua ad essere una minaccia per il nostro Mare, e oggi cogliamo l’occasione per ricordare quello che giace in fondo allo Stretto di Messina, a soli 16 km di distanza da Reggio Calabria.
Secondo l’ultimo rapporto redatto dall’Università di Barcellona e pubblicato sulla rivista Environmental Research Letters è possibile rinvenire sempre più maggiori quantità di rifiuti in fondo al mare e, tra le aree mappate, quella dello Stretto di Messina presenta un’alta densità di rifiuti plastici sui fondali.
Gli studiosi parlano di più di un milione di oggetti per chilometro quadrato in alcune delle zone più critiche. Si legge nel rapporto: negli hotspot di rifiuti sul fondo marino giacciono tante quantità di plastica, reti e attrezzi da pesca, metallo, vetro, ceramica, tessuti e carta.
In generale si stima che il 62% dello sporco accumulato sui fondali sia costituito da plastica, che come noto può essere trasportata dalle correnti su lunghe distanze. Secondo gli scienziati, la quantità di rifiuti dispersa nell’ambiente e che finisce in mare potrebbe aumentare in maniera esponenziale nei prossimi anni. Ci sono ancora vaste aree del fondo marino da esplorare e mappare. E i risultati delle indagini in altre aree potrebbero rivelarsi ancora più preoccupanti.