Il Partito Democratico ragiona sul proprio futuro. Dopo l’esito deludente alle ultime elezioni Politiche, Enrico Letta avrà il compito di traghettare i dem verso una nuova fase, di cui non sarà protagonista. L’ex premier non si ricandiderà infatti alla segreteria, come annunciato dallo stesso all’indomani del voto.
Tra repentine autocandidature, vedi l’ex ministro Paola De Micheli, e proposte di scioglimento del partito, vedi Rosy Bindi, intanto il segretario lancia, con una lettera agli iscritti Pd, il Congresso Costituente in quattro fasi.
“La prima – spiega Letta – sarà quella della ‘chiamata’. Durerà alcune settimane perché chi vuole partecipare a questa missione costituente, che parte dall’esperienza della lista “Italia Democratica e Progressista”, possa iscriversi ed essere protagonista in tutto e per tutto.
La seconda fase sarà quella dei ‘nodi’. Consentirà ai partecipanti di confrontarsi su tutte le principali questioni da risolvere. Quando dico tutte, intendo proprio tutte: l’identità, il profilo programmatico, il nome, il simbolo, le alleanze, l’organizzazione.
La terza fase sarà quella del ‘confronto’ sulle candidature emerse tra i partecipanti al percorso costituente. Un confronto e una selezione per arrivare a due candidature tra tutte, da sottoporre poi al giudizio degli elettori.
Infine, la quarta fase, quella delle ‘primarie’. Saranno i cittadini a indicare e legittimare la nuova leadership attraverso il voto”.
L’ipotesi di un nuovo partito “nella forma e nel colore” stuzzica una parte dei dem. Non si sa se l’operazione archiviazione & restyling andrà in porto. “Scegli” o “Sciogli”, in ogni caso, questo potrebbe essere l’ultimo dei problemi per il Partito Democratico, alla ricerca di una leadership e di una direzione politica.