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Generare cura, costruire comunità’ con Impronte a Sud , Falcomatà: “Beni confiscati siano considerati una risorsa”

Il sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, è intervenuto all’iniziativa ‘Generare cura, costruire comunità’, il talk promosso da ‘Impronte da Sud’ a Reggio Calabria, all’interno di un bene confiscato in via Possidonea ed assegnato dalla Città Metropolitana al consorzio Macramè.

“Questo immobile – ha detto il primo cittadino – lo abbiamo visto nascere e poi crescere e ovviamente non lo vogliamo vedere chiudere. Vorremmo che i tanti progetti culturali e di impegno sociale non si concludano con la fine della convenzione. Vi confermo la volontà dell’Amministrazione di verificare tutte le opportunità per poterla rinnovarla. Si tratta di uno dei luoghi che può essere d’esempio di un utilizzo oculato dei beni confiscati per finalità sociali”.

 

“Da tempo all’interno di Anci abbiamo avviato una discussione che riguarda un proficuo utilizzo dei beni confiscati alle mafie Si tratta di una proposta rivolta al governo e alla Comunità europea – ha detto Falcomatà – rispetto al futuro delle risorse, in particolare quelle della Coesione, attraverso le quali, molti dei beni confiscati vengono riqualificati. Siamo preoccupati in quanto l’indirizzo della UE, recepito dal governo, è quello di accorciare la filiera in senso negativo, e quindi non rendere più protagonisti e responsabili gli Enti locali, nella programmazione e scelta di indirizzo politico sulle attività da realizzare nei vari settori per i quali vengono assegnate le risorse comunitarie”.

 

“Quello che dovrebbe essere modificato – ha evidenziato il primo cittadino – è il punto di vista sui beni confiscati, non possono ancora visti e trattati come ‘terzo’ e aggiuntivo rispetto alle attività ordinarie di un Ente. C’è stata una grande evoluzione sui beni confiscati, sulla loro gestione e sulle procedure di assegnazione. Dal 2010 esiste l’Agenzia nazionale che si occupa con una maggiore specializzazione di questo argomento da parte di tutti”. “Adesso il salto di qualità dovrebbe essere – ha concluso Falcomatà – far rientrare le risorse destinate alla riqualificazione e mantenimento delle attività all’interno dei beni confiscati, come fossero ordinarie di competenza di un Comune o Città Metropolitana”.

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